Quei quattro atelier dove l'immaginazione va oltre le aspettative

di Gabriele Villa

3Se c'è la P di Passione, allora la I di Inventiva diventa una compagna inseparabile. Guida la matita di un design, accende la lampadina di un progettista, anima le idee di un costruttore. E il gioco è fatto. Il motore trova la sua energia, la carrozzeria le sue forme. E lo stile la più pura e inconfondibile italianità. Accade puntualmente anche questa volta e accade sotto gli occhi di tutti, nel Salone dell'Auto più open di tutti. Nel verde del Parco del Valentino, a Torino, dove ciascuno dei 56 brand presenti si è ritagliato il suo scampolo di bosco per far stupire chi ha ancora la voglia innocente e innocua di stupirsi.

Quello stimolo che è il vero volano della vita. Ecco allora che tra tanti brand ben noti che ritroviamo su quelli scampoli di verde, stuzzicano la nostra curiosità quattro eccellenze che hanno scelto di intraprendere la strada del bespoke, del su misura. Che hanno scelto non solo di soddisfare, ma addirittura di anticipare le esigenze di chi ha molte esigenze. Veri atelier dell'auto come la Frangivento, che presenta Charlotte, la prima auto con un acquario tropicale, sì avete letto bene, un acquario al suo interno. Un'auto interamente elettrica che fa sembrare limitativo l'uso di aggettivi come esclusiva, dove l'abitacolo è stato pensato come un moderno loft. O come la Stola, azienda di antico lignaggio piemontese che da sempre fa piroettare la fantasia nella galassia delle concept-car. O come la Tazzari, altra azienda «per pochi raffinati ed esigenti», figlia della genialità che si respira nella Motor Valley di casa nostra. O ancora come la Mazzanti che sta lì, in quel di Pontedera, quasi appiccicata alla Vespa e che da lì ha fatto uscire Supercar artigianali come l'Evantra dai mille cavalli.

Auto cucite addosso al cliente, al suo snobismo. Alla sua voglia di trattarsi bene, molto bene. Auto cucite insieme con il filo dell'immaginazione che va oltre le aspettative, che va oltre la routine del bello e del piacevole. Simboli scintillanti, ruggenti o silenziosi di un'Italia che c'è. Che è lì, ancora una volta.

E che ancora una volta è capace di mettere all'angolo detrattori e invidiosi. Supponenti e pessimisti. E farli accomodare al volante, con un sottofondo di capacità e tecnica, che sussurra all'orecchio che non c'è partita quando siamo noi a salire in cattedra

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