Quel «contratto con gli italiani» firmato in tv

Era il maggio 2001 e mancavano pochi giorni alle elezioni che poi Silvio Berlusconi alla guida della Casa delle libertà avrebbe stravinto. Per la precisione era l’8 maggio e l’appuntamento alle urne era domenica 13. Quella sera, negli studi di Porta a porta sotto il vigile e compiaciuto sguardo vigile di Bruno Vespa, il candidato premier Silvio Berlusconi firmava, davanti alle telecamere «Il contratto con gli italiani».
Cinque punti programmatici con i quali si impegnava a fare riforme in tutti i settori più importanti: abbattimento della pressione fiscale, piano per la difesa dei cittadini e la prevenzione dei crimini, innalzamento delle pensioni minime a un milione di lire, dimezzamento del tasso di disoccupazione e apertura dei cantieri per il 40 per cento degli investimenti compresi nel piano delle grandi opere.


Quel programma, a detta dello stesso Berlusconi una volta conclusa la legislatura per scadenza dei termini, è stato realizzato all’85 per cento. Dalle successive elezioni del 9-10 aprile 2006, Prodi sarebbe uscito con la maggioranza e quindi il Cavaliere non avrebbe potuto rispettare i patti per quel restante 15 per cento ancora da completare.

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