Quel «pio» gossip su Madre Teresa

Ho scritto questo libro su Madre Teresa. La notte della fede per sfida e per amore. La presentazione sarà alle 19 e 30 di domani al Meeting, presso la Fiera Nuova di Rimini. Ho conosciuto la Beata di Calcutta. Mi ha fatto per un po’ persino da direttore spirituale. Intuii qualcosa della sua aridità, del suo buio anche sotto la neve dolce del suo sorriso. Soffriva che il suo innamorato - così lo chiamava - Gesù Cristo bussasse alla sua porta nei panni del lebbroso, sacco d’osso, bambino deforme: e lei sapeva, riconosceva Dio in quella carne lacerata e occhi sanguinanti, ma non lo sentiva, non provava niente di effervescente, di schiumoso, di puro. Sapeva e basta, senza sentimento, talvolta fino a lasciarsi atterrare dal dubbio.
Finché lessi: «Sostiene il Time che Madre Teresa di Calcutta era atea. Lo ha confessato lei stessa in molte lettere delle quali inutilmente aveva chiesto la distruzione. Dal 1947 fino alla morte avvenuta nel settembre del 1997 non ebbe più fede nell’esistenza di Dio. Era stata fatta beata da Giovanni Paolo II il 19 ottobre del 2003». È il 25 agosto del 2007, ore 19. Ascoltai al Meeting di Rimini da una radio, non ricordo quale radio, questa rivelazione finale su Madre Teresa, una pietra tombale anche su Gesù Cristo, su Dio, sulla religione, su tutto, sul senso della vita, sull’inutilità dell’amore. Be’, cos’è, un’allucinazione, un sogno? Respirai un momento, e non credetti alla radio e al Time, altro che non credere in Dio. Preferivo credere in Dio, palpare il chiaro ricordo degli incontri con Madre Teresa, preferivo credere in lei che mi aveva rimproverato in nome del mio buon destino e di quello del mondo, piuttosto che nel Time e nelle sue pretese rivelazioni. Dissi: se anche avesse ragione su Madre Teresa, però quello che mi ha testimoniato quella donnina è molto più vero delle sue eventuali segrete ritrattazioni. Come se Cristoforo Colombo negasse, sotto tortura, la scoperta dell’America...
Una Madre Teresa che aveva consegnato «il biglietto per il paradiso» ai suoi moribondi, ma era da intendersi come una metafora e fingeva di credere in Dio per non scandalizzare la gente, ma in realtà era emancipata da queste sciocchezze da donnicciole; una Madre Teresa così vada all’inferno, ma non metaforico. La Madre Teresa aveva detto l’Ave Maria con me, mi metteva in mano la medaglietta miracolosa, la seminava nel terreno come semente di grano confidando nella sua forza benedetta. No, non mentiva. Doveva esserci un senso, qualcosa di ancora più bello per Dio ma anche per me, per tutti in questa strana rivelazione senza dubbio bugiarda.
Fui certo dopo un momento: il Time credeva di dire la verità ma non aveva capito niente. Non era ateismo, rinuncia a Dio. Ma il buio. Il buio non toglie la realtà. Il buio di Gesù nel Getsemani vissuto da questa donnina. Quel buio c’era in lei anche quando mi sorrideva, e nel buio però diceva sì al suo Signore presente nel buio e oltre il buio. Era una matta, era una schizofrenica?
Il Time diceva: è atea. Mi colpì Christopher Hitchens. Un giornalista diventato famosissimo per la sua originalità. Partito da sinistra, credente in Trotszki (un assassino mica male) era finito sulla destra, in quel momento sosteneva sulla guerra in Irak e sull’Islam le posizioni dei teocon pro-Bush senza bisogno di Dio a differenza di Bush. Editorialista alla moda di Vanity Fair, gongolò: «È la riprova che la religione è un’invenzione umana». Una gigantesca e pia truffa. Finalmente una delle colonne della propaganda cattolica si è sbriciolata. Ecco. Ho provato da cronista a prendere una torcia elettrica e a maneggiarla in quella noche de Dios di Teresa.
Nessuno di noi, salve pochissime eccezioni, vede Gesù. Non lo vede nei poveri, non lo vede nell’Eucaristia. Non parlo degli atei, degli agnostici, dei credenti a Dio. (Ho scritto a Dio e non in Dio. Perché la proposizione «in» dice movimento, commozione, un rapporto personale almeno cercato). Parlo di chi dice: Gesù è in mezzo a noi. Non lo vede misticamente, in visione, non ne ode direttamente la voce. Non intendo il Dio dei filosofi - riconosciuto come Architetto, come Natura, come Motore Immobile -; qui non interessa, è il termine dei pensieri. Dico di un Dio da toccarlo. Toccare Dio. Toccare Dio e (cioè) toccare Gesù.

Egli poi sostiene di essere tra noi, da risorto, palpabile, non un fantasma, vera carne. Madre Teresa mentre sentiva questa assenza di Dio, sosteneva di toccarlo, mentre era nella notte più incolore, sorrideva e disegnava per i moribondi i colori del Paradiso. Che storia è questa? L’ho raccontata...

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