Quell’energia verde prodotta a filo d’acqua

Una nuova generazione di centrali elettriche galleggianti in grado di produrre energia verde a minor impatto ambientale e visivo. A crederci è il gruppo Europam che punta su «Tritone» un progetto ambizioso e innovativo che segna una svolta non solo in Italia ma anche in campo internazionale. Sede scelta: il porto di Genova.
L’ipotesi più accreditata è quella di collocare la piattaforma ormeggiandola alla diga foranea, a levante del «dente» in ingresso al canale di calata Bettola. Una soluzione all’avanguardia per produrre energia elettrica e termica da biofuel, pensata dall’azienda genovese che opera da oltre quarant’anni nel settore dell’energia, primo operatore privato italiano nella commercializzazione al consumo e all’ingrosso di prodotti petroliferi raffinati che conta oggi uno staff di 500 persone.
I motori utilizzeranno infatti olii non alimentari ottenuti dalla spremitura di semi di Jatropha estratti da una pianta perenne che cresce nelle zone tropicali del Brasile e che ha la caratteristica di svilupparsi anche in terreni con modeste precipitazioni. «Abbiamo scelto Genova - spiega Michele Costantino, amministratore delegato di Europam - perché in questa città, candidata al ruolo di “Smart City”, l’Autorità Portuale ha avviato l’iniziativa “Green Port”, che ben si coniuga con la filosofia del “Tritone”. Si tratta di una centrale elettrica galleggiante inserita nel contesto dell’elettrificazione delle banchine per la fornitura di energia verde per le grandi navi che attraccano in porto».
Le navi potranno così spegnere i generatori elettrici di bordo, tali generatori sono infatti mantenuti in rotazione da motori che, progettati per la propulsione in navigazione, hanno emissioni regolate dall’International Maritime Organization (Imo) con parametri superiori rispetto a quelli fissati per le emissioni delle centrali elettriche, ai quali si attiene invece la centrale elettrica pensata da «Tritone». «La chiatta è veramente “smart”, non soltanto per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche per la flessibilità di posizionamento che la inserisce in un contesto di pianificazione integrata. Sono progetti come questi che la città sostiene nel percorso “Smart City”, perché porta alla creazione di posti di lavoro contribuendo alla trasformazione di Genova» ha commentato il vice-sindaco Paolo Pissarello.
Innovazione tecnologica, lavoro, sinergia, base di lavoro per progetti di ricerca e miglioramento della qualità della vita, sono questi gli obiettivi perseguiti dal gruppo di progettazione, guidato da Aldo Chichero. Costo complessivo di «Tritone»: 70 milioni di euro, realizzabile in 20 mesi. «Burocrazia permettendo» aggiunge Costantino. L’avanzata progettazione strutturale prevede anche un impatto estetico gradevole; può mimetizzarsi fino quasi a scomparire, o al contrario evidenziarsi con particolari colorazioni.
«Parliamo di una piattaforma rimorchiabile il cui impianto, non è costruito sopra la base di appoggio di un pontone, ma all’interno di una struttura concepita ad hoc. Il che riduce anche il rischio di eventuali attacchi terroristici, la struttura è infatti in grado di immergersi».


Particolare soddisfazione è stata espressa da Beppe Costa presidente di Costa Edutainment e amministratore delegato di Saar Depositi Portuali le cui condotte sottomarine andrebbero collegate alla piattaforma: «Si riduce così la superficie dello specchio acqueo in porto: 3mila contro i 50mila metri per un impianto convenzionale. “Tritone” fornirà all’Acquario, oltre all’acqua calda, anche una quota di energia elettrica verde a media tensione».

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