«Una lettera sospetta, chiamata». Ci va giù pesante la Provincia dopo che l’assessore Bruno Tabacci ha rivelato l’arrivo a Palazzo Marino nell’ufficio del sindaco Giuliano Pisapia di Vito Gamberale. Con una missiva a nome del fondo F2i in cui si spiega la ragione della scelta di offrire 385 milioni di euro per acquistare il 29,7 per cento di Sea (la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate), rifiutando la possibilità dell’accoppiata con Serravalle, la società autostradale che era il vero obiettivo delle dismissioni comunali per far cassa cedendo una partecipazione non strategica.
E così quel pasticciaccio della vendita di Serravalle, diventa sempre più brutto. A cavallo tra l’ormai palese «tafazzismo» della giunta Pisapia e il sospetto di simpatie denunciate dal centrodestra. Mancava solo il giallo del fondo indiano Srei escluso dalla gara, nonostante la promessa di 40 milioni di euro in più, per aver sbagliato il portone a cui bussare. Eppure si parla di quello che, sindaci Gabriele Albertini o Letizia Moratti, la sinistra chiamava i gioielli di famiglia. Il tesoro dei milanesi che andava preservato dalle brame ingorde di amici degli amici. Vecchio ritornello che non vale più oggi che a maneggiar la faccenda è Tabacci. E così l’intrico si fa inestricabile. E sempre più avvelenato il rapporto tra Comune e Provincia che di Serravalle possiede il pacchetto azionario di maggioranza con il 53 per cento del capitale. Di ieri l’ultimo duello. Prima Podestà che accusa il Comune di aver rifiutato la proposta di un’alleanza per gestire meglio il pacchetto azionario in mano ai soci pubblici. Poi Tabacci che durante il brindisi natalizio del sindaco Pisapia con i giornalisti, si lascia andare a un’uscita informale e rivela l’esistenza della lettera di Gamberale. Tre i punti messi in rilievo. A partire dalla situazione giudiziaria della Serravalle, inseguita dalle inchieste della procura di Monza che punta ad accertare gli intrecci poco chiari tra la Provincia nei tempi in cui era guidata dalla sinistra di Filippo Penati che dette la scalata alla Serravalle e il Gruppo Gavio che incassò plusvalenze per partecipare alla scalata di Unipol a Bnl. Poi la contrarietà per la gestione del management e in particolare all’estromissione dell’amministratore delegato sostituito da Podestà con Bruno Soresina, nonostante la gara fosse ancora in corso. E infine l’intenzione del fondo F2i di concentrarsi sull’aeroportuale e tralasciare l’impegno nelle autostrade. Parole che presto si vedrà se saranno confermate dai fatti. Dato che in molti, negli ambienti economici, sono certi che ora, con l’interesse e il prezzo della Serravalle ai minimi, sarà proprio Gamberale a offrirsi per l’acquisto. Magari con un’asta al ribasso tra Provincia e Comune sempre più bisognosi di liberarsi dei pacchetti azionari di una società che ha un enorme bisogno di liquidità per finanziare progetti mastodontici come Pedemontana, Tem e Brebemi. Inevitabile, dunque, un aumento di capitale insostenibile di questi tempi per enti pubblici con i bilanci ridotti all’osso. Pronte le repliche di Podestà. Per le inchieste «meglio parlare con Penati».
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