nostro inviato a Venezia
Fossimo in guerra sarebbe una vittima collaterale. Tiziano Faccia è il fratello di due Serenissimi, Luigi e Fausto; lui non condivide idee e gesta del commando, è un imprenditore della Bassa Padovana che produce. E che è stato silurato anche per il suo cognome, perché l'impresa del tanko fu il colpo di grazia sulla sua impresa che altri avevano minato. Ma Tiziano Faccia non è uno che si arrende. Il nemico più feroce è una piovra che lo assale da ogni parte: il plagio. Faccia produce carri miscelatori che distribuiscono il mangime ai bovini. Cominciò nel 1980 sotto una tettoia con due milioni di lire avuti da uno zio. Brevettò innumerevoli migliorie alle macchine tradizionali: «I miei carri erano così innovativi che alle fiere dovevo appiccicare adesivi con la testa di una mucca per far capire agli allevatori che servivano ad alimentare il bestiame». A lla fine del 1987 Faccia non doveva convincere più nessuno, aveva 120 dipendenti e produceva 150 macchine all'anno con il marchio Agm: «Avevo clienti in Giappone e America latina, gli allevatori mi dicevano che meritavo un monumento». Ma la concorrenza gli saltò addosso, copiando i suoi brevetti. Faccia tentò di difendersi con inutili battaglie legali: «Oggi la Ferrari clonata finisce in prima pagina - protesta - ma nessuno difende dai pirati la gente come me. Alla Fieragricola di Verona nel 1997 i clienti giapponesi contarono 35 espositori che imitavano i miei prodotti». I nemici peggiori, però, Faccia li aveva in casa. Alcuni soci aprirono un'azienda concorrente che fece danni gravissimi. In quel periodo cadde la tegola dei Serenissimi: anche se non c'entrava, le banche gli chiusero i rubinetti. La botta finale arrivò dai sindacati, che picchettarono l'Agm e ne chiesero il fallimento. Decretato dal tribunale in pochi mesi: «Invidie, giustizia lenta e sindacati ottusi mi avevano ridotto sul lastrico», rievoca.
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