Quelle assicurazioni che molti pagano e non sanno di avere

Al ministero della Salute esiste l'anagrafe dei fondi integrativi alla quale però i cittadini non possono accedere E così rischiano di perdere i benefici

Incredibile ma vero: oltre 15 milioni di italiani possono godere di una forma di assistenza sanitaria integrativa ma molti lo ignorano, o probabilmente se ne dimenticano al momento di prenotare una visita di controllo o un ricovero ospedaliero. Lo sanno bene quanti se la pagano autonomamente o sono dipendenti di un'azienda che offre questi servizi come benefit. Ma la copertura integrativa (fondo, cassa mutua, assicurazione) è prevista automaticamente da molti contratti nazionali di lavoro e spesso i dipendenti non hanno informazioni adeguate. Non sanno che potrebbero recarsi in strutture sanitarie convenzionate di alta specializzazione senza pagare (oppure ottenendo un rimborso) e saltando ticket e lunghe liste d'attesa.

Le forme di assistenza sanitaria integrativa sono tre. I fondi (collettivi o aziendali) previsti dai contratti di lavoro o da accordi interni alle aziende offrono prestazioni che completano o sostituiscono quelle del Servizio sanitario nazionale, oppure si aggiungono a ciò che non è compreso nei livelli essenziali di assistenza. Le casse invece operano in via indiretta, cioè con rimborsi ai propri iscritti che generalmente sono professionisti iscritti ad albi. La terza forma sono le polizze assicurative volontarie, che garantiscono prestazioni sanitarie dietro pagamento di un premio annuale.

L'elenco delle casse e dei fondi sanitari integrativi è sterminato. Ne beneficiano moltissime categorie di lavoratori, dai bancari agli allevatori, dai dirigenti industriali ai florovivaisti, dai geometri ai vigilantes, dai lavoratori autonomi ai notai, e poi psicologi, ragionieri, giornalisti, spedizionieri, dipendenti di imprese di pulizie e, ovviamente, i parlamentari. Di solito è possibile estendere la copertura sanitaria ai familiari pagando somme aggiuntive stabilite dai vari enti. In alcuni casi l'assistenza goduta durante l'attività lavorativa viene estesa anche alla pensione.

Al ministero della Salute esiste un'anagrafe dei fondi integrativi, ma al Siaf (Servizio informativo anagrafe fondi) i cittadini non possono accedere. Per sapere se ha diritto a un'assistenza sanitaria supplementare, un lavoratore dipendente deve controllare la busta paga e cercare l'eventuale voce con le trattenute per il fondo sanitario di categoria o la cassa mutua. Tuttavia molte strutture private hanno siti internet oppure call-center cui un lavoratore può rivolgersi per sapere se esiste una convenzione con il proprio fondo di categoria.

In base agli accordi stipulati tra le casse integrative e le varie realtà di assistenza, la copertura complementare consente di essere curati senza anticipare le spese sanitarie, oppure di ricevere un rimborso (totale o parziale) al termine delle prestazioni ricevute in una clinica, ambulatorio, centro analisi, o da un professionista di fiducia. Talune realtà offrono servizi aggiuntivi, come per esempio il Gruppo Villa Maria che gestisce le Terme di Castrocaro.

Non è soltanto una questione di soldi, che comunque sarebbe già tanto. Sfruttando come si deve le coperture integrative spesso ignorate o dimenticate, si possono saltare le code, avere esiti di esami in tempi brevi, ricoveri più rapidi, un livello di ospitalità superiore (camere riservate o con un secondo letto per una persona di aiuto).

E senza spendere più di quello che richiederebbe il Servizio sanitario nazionale.

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