QUELLE NONNE CORAGGIO

L’ho scritto e l’ho ripetuto mille volte. Quella del Giornale in generale, e quella dell’edizione del Giornale di Genova e della Liguria in particolare, è diventata una vera e propria famiglia. Su queste pagine - oltre a leggere tutte le notizie che hanno gli altri, nessuna esclusa - e a leggere tutte le notizie che gli altri non hanno, si respirano calore, umanità, vita. Tanto lontane da quei grigi bollettini, più simili a mattinali da questura - con tutto il rispetto per i mattinali da questura - che tanto appassionano alcuni colleghi.
Il calore, l’umanità, la vita, ovviamente, non fanno sciopero. Ovviamente, non c’entrano niente con le rivendicazioni salariali, con gli scatti di anzianità, con il sistema pensionistico e con la mutua integrativa. Anche per questo motivo, anche per il grande rispetto (e amore, direi) per i nostri lettori, domani e dopo noi ci saremo. In famiglia, come ben sanno le nostre mamme e mogli, bisogna esserci sempre. Mettendoci la faccia, mettendoci la firma.
In particolare, bisogna esserci in questi giorni per difendere una figlia della nostra famiglia. Una figlia di tutti noi: Maria, la bimba bielorussa di Cogoleto che una legge assurda vorrebbe strappare a chi la ama. Ieri, sono state in redazione le sue due nonne, per parlare con la nostra bravissima Monica Bottino che insieme a Raffaele Leone è stata colei che più ha creduto e lottato - lacrime e inchiostro, parole e indignazione - per non tacere sulla storia di Maria. Ecco, le lacrime e la rabbia di quelle due nonne sono le nostre lacrime, sono la nostra rabbia.
Quelle nonne - e volutamente non ci metto nessuna virgoletta, nessun distinguo, nessuna parentesi burocratica e da azzeccagarbugli; sono nonne a tutti gli effetti - sprizzano amore da ogni sguardo, da ogni parola, da ogni intervento. E trovo vergognoso che, nei giorni scorsi, mentre giustamente veniva chiesto il massimo riserbo sull’identità del maniaco dell’ascensore per non danneggiare le indagini in corso (riserbo che noi e La Repubblica abbiamo avuto, a differenza di altri), le due nonne venivano messe all’indice, con la divulgazione delle fotografie in tutta Italia. Wanted!
Oggi, le nostre parole sono quelle della Curia di Genova che, dopo il silenzio precedente sul caso, ha le parole d’amore di monsignor Bagnasco. Le parole di don Danilo, il parroco di Cogoleto, che ha attaccato sui muri un cartello che dice: «Per una bambina di nove anni che ha quegli occhi terrorizzati io scavalco le leggi e la ospito anche in chiesa, se serve a salvarla.

Quanti preti l’hanno fatto con gli ebrei durante la guerra?».
Ecco, noi ci siamo e ci saremo anche per lottare insieme a Maria, insieme a Chiara e Alessandro, insieme alle nonne, insieme a don Danilo, insieme a Cogoleto. Insieme a voi.

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