Quello che serve Convinciamo Nesta a tornare

Ha cominciato Drogba (Costa d’Avorio) prima di farsi raggiungere da Svizzera e Germania, poi dalla Danimarca prima che Alberto Gilardino, appena arrivato a Croke Park confezionasse il 2 a 2 che vuol dire qualificazione mondiale in tasca per l’ultima Italia di Lippi, irriducibile. E adesso possiamo finalmente occuparci d’altro, della lista da apparecchiare invece che degli errori di Legrottaglie e Chiellini o dei pertugi lasciati dalle parti di Buffon. Sono in tanti, troppi, a soffermarsi nei dintorni di Cassano e a trasformare il pibe di Bari nel tormentone col quale seviziare il Ct, intollerante dinanzi alle campagne di stampa, come tutti i suoi colleghi, nessuno escluso. A giudicare dalla prova di ieri sera al Croke Park di Dublino, seguita ad altre non proprio esaltanti della precedente Confederations Cup, bisognerebbe spostare l’attenzione di tutti, Ct e critici, sulla difesa azzurra invece di menare il torrone con Cassano. È vero, in attacco, in mancanza dei rifornimenti (su punizione o angolo) di Pirlo, il gioco d’attacco della Nazionale soffre di creatività. Gilardino per una volta è la promessa mantenuta, Iaquinta ha ricevuto una palletta sporca su punizione e nient’altro, Di Natale è venuto meno in modo clamoroso. Ma in questo settore le risorse sono di ottima qualità e restano sotto gli occhi di tutti.
A Bogliasco è rimasto inspiegabilmente fermo Pazzini, a Torino stanno ricaricando le pile di Amauri prossimo a ricevere il passaporto italiano: si può aggiungere Cassano ma è panna montata. Piuttosto è dalle parti di Buffon che bisogna cementare qualche crepa: Legrottaglie è il sostituto poco affidabile di Cannavaro, Chiellini è troppo emotivo per tenere al guinzaglio l’istinto del fallo sistematico. Perciò, per una volta, meglio rovesciare il criterio e rivolgersi, da qui ai prossimi mesi ad Alessandro Nesta per convincerlo ad accettare di trascorrere la sua estate in Sud-Africa invece che nella bella casa di Miami. Dal giorno in cui, operato alla schiena, è tornato a giocare a pallone in modo continuo senza accusare dolori, Nesta è tornato il fuoriclasse che conoscevamo.

Funziona così per chi è provvisto del talento: la condizione fisica va e viene, la bravura resta. Il romano ha qualche pudore, bisognerebbe parlargliene in privato. Non ha mai giocato, per sfortuna, un mondiale da protagonista. Riprovi per l’ultima volta.

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