Quello strano rapporto di Vendola con l’eros: fa il bacchettone col Cav poi promuove film trans

RomaSulle elezioni è ancora buio pesto, ma sulle erezioni andiamo forte. Nichi Vendola, un poeta erotico prestato alla politica, è veramente indignato per le serate di Arcore, e parla da maestro nel genere erettile. L’altro giorno a Bari il governatore con la «s» zufolata, in pieno accanimento eterofobo, ha deprecato la presenza di «un premier che vive in erezione sulla scena pubblica». La sessualità non deve invadere la politica, bacchetta Vendola, «basta con il tempo della degenerazione», suvvia. Pertanto, come crescita educativa e culturale e giusto per far ammosciare l’erezione pubblica berlusconiana, Nichi ha tirato fuori dal cappello l’ennesima trovata culturale, una bella rassegna cinematografica in quel di Bari. Titolo: «Be Movie, viaggio nella cultura omosessuale e transessuale». Pellicole tra cui molti capolavori da non perdere, come «20 centímetros», film spagnolo che non parla di geometria ma di altre misurazioni. La retrospettiva è una risposta alla sessualità berlusconiana, e prevede l’affissione di manifesti 6x3 in varie città pugliesi sul tema «l’amore non ha sesso», in un tavoliere ormai gay friendly grazie a cinque anni e mezzo di vendolismo.
L’erezione culturale di Nichi (in versione corretta, cioè trans e omosex) è veramente maestosa. E anche affettuosa. Non c’è solo il patrocinio della Regione Puglia nell’iniziativa, ma anche la scelta emotiva della location, il cinema Abc di Bari, vecchio centro di cultura alternativa (anche in senso erotico) barese, sede della rassegna omofila e transofila. L’Abc è stato recentemente ristrutturato grazie ai fondi europei gestiti dalla Apulia Film Commission, creatura di Nichi il sentimentale. Il quale Nichi, da adolescente, era grande frequentatore di quel cinema. Tutto torna.
È anche vero che la stagione erettile di Vendola, speranza di una sinistra che si sente impotente, ha conosciuto anche afflosciamenti. «Poi che il sesso non batte/le stanche finestre io schiudo/alla stridente luce dell’altrove» scriveva Vendola in un componimento raccolto in La poesia erotica contemporanea, antologia di 73 autori (Eti Editore). Però l’arrapamento, ma politico e nobile (non quello deprecabile del Pdl) è sempre dietro l’angolo per Nichi il dritto: «Umida di mancamenti/una sottana/interni convulsi e cosce/sbocciate di enigmi di offerte (...) viluppi della carne e una culla/a scorticare il giorno la notte e/l’altre cose» (Ultimo mare, Nichi Vendola). Questi viluppi della carne che scorticano altre cose, non meglio identificate ma è licenza poetica, sono l’erezione elegante cui dovremmo puntare mentre tramonta il Bunga bunga. Su questo Vendola ha le idee chiare, come si addice al leader in pectore del centrosinistra, anche se guai a fargli delle domande, perché «non sono la persona deputata alle risposte, posso solo allargare l’ambito delle domande».
Per allargare le domande «e l’altre cose», il cinema casca a fagiolo. Perciò la provincia barese, con Vendola, è diventata una specie di Hollywood alle cime di rapa. Qualcuno, incapace di emozioni e di erezioni, lo accusa di spendere anche troppo.

Una recente delibera (ottobre 2010) della giunta vendoliana ha appena stanziato la bellezza di 1,3 milioni di euro di fondi comunitari all’Apulia Film Commission per realizzare, a Bari, un festival del cinema (il Bifest) di appena nove giorni. Sprechi? Ma andiamo, per una vera erezione culturale servono risorse.

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