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Quest’Africa sa tutto di noi e all’Italia le ha già date

Appiah, Kuffour & C. militano tutti in Europa. Azzurri sconfitti alle Olimpiadi

Se dovessimo fidarci soltanto dei Giochi, nel senso delle Olimpiadi, allora Marcello Lippi e la sua orchestra dovrebbero mettersi il cuore in pace. Contro il Ghana, posto lontanissimo nel ranking Fifa (50), non abbiamo mai vinto: dove mai sta per due partite in tutto, una sconfitta e un pareggio.
Incominciamo dalla nota peggiore: il 23 luglio del 1996 (Giochi di Atlanta) il Ghana ci superò per 3 a 2, lo stadio era quello di Washington e della squadra azzurra facevano parte, teniamoci stretti, Cannavaro e Nesta, allegria.
Seconda puntata, giochi di Atene, cronaca dell’altro ieri, stadio Panthessaliko di Volos, mese di agosto del 2004; Ghana-Italia 2 a 2 tra i presenti, si fa per dire, Bonera, Barzagli, Pirlo, De Rossi, Gilardino.
Fatta la premessa dovremmo tentare qualche rito propiziatorio oppure sperare che si realizzi il terzo segno, infine la vittoria. Non è tanto il caso di scherzare, la cosiddetta globalizzazione del calcio comporta questi rischi ma anche propone il fascino dell’imprevisto. Non è più il tempo della Corea piena di Ridolini (teoria di Uccio Valcareggi), qui si tratta di professionisti veri, di gente abituata a girare il mondo, a giocare in Europa, gonfiando non soltanto la rete ma anche il conto corrente bancario.
Stavolta l’avversario ha preso davvero corpo, stavolta la nazionale africana non è formata soltanto da atleti forti fisicamente oppure da giovani inesperti tatticamente.
Stavolta, ad esempio, c’è Essien che l’emiro russo Abramovich ha portato al Chelsea per 36 milioni di euro, stavolta ci sono Kuffour, Muntari e Appiah che conoscono bene il nostro calcio e benissimo i nostri azzurri colleghi loro a Torino, Udine o a Roma (Appiah è stato ceduto ai turchi del Fenerbahce ma dopo l’esperienza con Udinese e Juventus ha un buon dizionario nostrano, nel senso calcistico).
Il serbo Rotomir Djkovic ha preso in mano la squadra ma la stampa ghanese continua a dire che Marcel Desailly sarà il grande consulente, per l’esperienza di cose internazionali e per quella medaglia mondiale che brilla in salotto.
Di certo una nazionale che ha conquistato quattro coppe d’Africa, che si è qualificata al mondiale segnando 17 gol e subendone soltanto 4, che ha vinto 6 partite su 10, pareggiando 3 volte, va rispettata, al di là del piazzamento Fifa. Credere ai numeri, quelli del campo, dunque per non ritrovarsi spiazzati al primo giro di danze. Incominciare contro una nazionale africana comporta qualche rischio ma presenta qualche beneficio di statistica: sicuramente i ghanesi cercheranno la grande prestazione, per mostrarsi al mondo come accadde con il Camerun che a Italia ’90 superò l’Argentina (poi finalista). Si va di superstizioni, non ci sono alternative a sei mesi dai giochi veri.
La partita di esordio per gli azzurri si giocherà alle ore 21 del 12 giugno, nuovo orario suggerito dalla tv.

Che strano.

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