Ma no, perché?, cosa gli costava evitarcelo. David Lynch è già un regista con il suo perché e tutti lo coccolano (anche chi lo contesta). Però con il suo primo cd srotola un campionario così confuso che, se fosse un film, dopo dieci minuti gli occhi si incrocerebbero.
Dall’elettronica malata di Good day today e Noah’s ark fino al rock rinsecchito di So glad e I know, insomma quant’è bello il disco di David Lynch. Peccato che sia un caos pazzo. E che la sua voce, quando non è filtrata, sia più nasale di quella di Paperino.
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