«In questa legge ci sono diritti soltanto teorici»

da Roma

Maurizio Zipponi, responsabile economia di Rifondazione comunista, perché non volete il voto di fiducia sul Welfare?
«Non vedo perché non si dovrebbe proseguire in Aula la discussione avviata in commissione, in modo che tutti possano dire la loro su un argomento fondamentale come la precarietà».
Puntate a modificare ulteriormente la legge?
«Assolutamente».
E a cambiare il protocollo che è stato approvato da milioni di lavoratori?
«Vogliamo seguire il tratto fondamentale di quell’accordo, che ha una caratteristica negativa: annuncia dei diritti, ma li rende impraticabili».
Detta così sembra una presa in giro. Un esempio?
«Sulle pensioni, si esclude dall’aumento dell’età chi fa turni di ottanta notti, ma nessuno ne fa così tante».
L’obiezione che viene da tre quarti del mondo politico è che allargare la platea degli usuranti costa troppo. Non è vero?
«Intanto bisogna considerare che sulle pensioni si è reso il nostro sistema un po’ più europeo, prevedendo diverse età di uscita sulla base del lavoro svolto. Ma nessuno è in grado di stabilire i costi. Però gli interessati si riducono a chi ha svolto attività usuranti per la metà della carriera o per sette degli ultimi dieci anni. La platea così si restringe molto».
Anche sui contratti a termine il diritto è solo teorico?
«Prima è stato enunciato il diritto ad essere assunti dopo 36 mesi più otto. La legge stabilisce una precedenza nelle assunzioni per chi ha avuto contratti a termine. Ma le aziende possono fare altre assunzioni a tempo determinato. È un altro modo di violare un diritto».
Parliamo di politica. Come uscite da questa situazione di veti incrociati?
«Se Dini pone il problema dell’equilibrio economico sono pronto a discutere. Nessuno vuole scassare i conti dello Stato».
E Confindustria?
«Si sta verificando una situazione paradossale. Confindustria sta facendo a questo governo i danni che nel 2003 fece a Berlusconi, quando lo convinse che bisognava eliminare l’articolo 18. Lo giudico il primo grande errore del Polo».
Che Prodi sta ripetendo...


«Sento la stessa aria».
Se alla fine il governo metterà la fiducia sul testo originario cosa farete?
«Lo decideranno gli organismi dirigenti. Ma sarebbe una sconfitta per Prodi e un cambio di passo nel rapporto tra noi e l’esecutivo».

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