«Qui imparo a congelare gli embrioni»

Trent’anni, romana, una laurea in medicina all’Università La Sapienza. Pensava di trascorrere un periodo lavorativo in Svizzera dove apprendere le tecniche di fecondazione assistita per poi tornare in Italia e applicarle. Nel frattempo, l’esito dei referendum del 12 giugno - sostenuto da tutto il mondo scientifico per modificare in alcune parti la legge 40 - ha spento le speranze di molti. Aspiranti genitori, ma anche medici. «È stata proprio una batosta. Non ce l’aspettavamo», dice la dottoressa, che preferisce mantenere l’anonimato. Ancora per un paio di settimane lavorerà come assistente al Centro cantonale di fertilità dell’Ospedale regionale di Locarno La Carità. Vinta una borsa di studio per la specializzazione e messi da parte i risparmi, due mesi fa ha deciso di trasferirsi in Ticino. «Avevo saputo di questo Centro, oltre al fatto che volevo vedere un modo di lavorare diverso – afferma -. Poi in Italia il congelamento degli embrioni non si può fare». Sono vietate anche altre tecniche di fecondazione artificiale. Per chi sceglie ginecologia, il campo di intervento adesso si è ristretto. Che cosa farà? Rimarrà in Svizzera? «Fra un paio di settimane torno a Roma per specializzarmi – dice -. Poi si vedrà.

Se sarà possibile cercherò di restare in Italia».

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