Quinto, il cimitero è un disastro E i cittadini lo prendono in gestione

(...) Noi abbiamo bisogno di luoghi della memoria». Ma quello di Quinto più che un luogo della memoria, sembra un luogo dimenticato. Erbacce sulle tombe, lapidi mezze rotte e buttate per terra, sterpaglie, vialetti incolti, muretti fatiscenti. Intorno al cancello, una catena con un lucchetto e sopra un cartello con gli orari di apertura al pubblico che sono soltanto il giovedì dal mattino al primo pomeriggio, la domenica e i festivi. «Quando muore qualcuno, lo mettono nella cappella su un trabiccolo lì, meglio quello dei muratori. Santa pace». Per non parlare di quelli che si infilano di notte e «vanno a fare le scemate», come le chiama il don. Che poi tanto scemate non sono, se sono stati beccati anche dei ragazzi a drogarsi. Invece questo posto potrebbe davvero essere un gioiellino, anzi lo è già, assicura don Corrado. «Ci sono anche i monumenti ai caduti». Tornando al punto: l’idea per risollevare le sorti di questo campo santo e dargli un aspetto dignitoso per chi ci riposa è quella di mettere insieme un certo numero di persone del quartiere, costituire un comitato che si chiamerebbe «Gli amici del cimitero di Quinto» e fare una convenzione con l’amministrazione per rimetterlo in ordine.
«Il Comune è d’accordo su questa formula di collaborazione - spiega don Corrado -. Loro continuano a fare le pulizie e noi andiamo a rifinirlo». Una prima intesa verbale con l’assessorato di Veardo, a dire la verità, c’è già stata e ci sono anche sei persone che hanno dato la propria disponibilità per realizzare il progetto. Ora si tratta di mettere tutto nero su bianco, con la speranza di farlo il prima possibile, magari entro l’estate, quantomeno in tempo per la commemorazione dei morti.
«Il cimitero? È indecoroso. Quando faremo la convenzione, noi privati subentreremo a livello di piccola manutenzione. Ci vuole gente da mettere insieme. Chi ha la tomba lì, ha interesse che venga curata. Ci sono anche quelle di famiglie importanti, come i Piaggio, ma nessuno se ne prende cura». Franco Tognoni è la «mente» del gruppo, quello che si è preso la briga di iniziare a mettere in piedi il progetto. «Bisogna fare un comitato che sia disposto a metterci dei soldi, ci vorrà una quota di associazione e poi un contributo. Speriamo di farcela prima di novembre...». Una volta ottenuto l’ok dall’amministrazione, poi si potrebbero anche far intervenire i vivaisti che fanno le aiuole, pensa Tognoni, per risistemare anche quelle del cimitero.
Perché qui è tutto da mettere a posto, in teoria dovrebbe occuparsene il Comune. In pratica, non lo fa nessuno, o quasi. «Lo puliscono una o due volte all’anno - interviene don Corrado -. Noi possiamo fare qualche lavoretto: il vialetto, i muretti, la pittura. L’idea ce l’hanno da un po’ i cittadini, c’era già un comitato e ora l’hanno rinforzato. La cittadinanza deve contribuire con i soldi, noi non chiediamo sovvenzioni». Quantomeno non in questa prima fase di avvio.

Intanto è bene riuscire a fissare un altro appuntamento con il Comune, sperare che loro rispondano alla mail e mettere giù una bozza di statuto che stabilisca tutti i termini della convenzione. «Ci dovrebbero dare anche le chiavi del cimitero. Io sono disposto a far lavorare tutti, anche i ragazzi del catechismo o chiunque lo voglia fare». E così sia.

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