Le quotazioni dell’usato peggiorano

Le imprese sono prudenti nelle immatricolazioni perché in questa congiuntura cercano di contenere i costi e di utilizzare al meglio la capacità di spesa che hanno. I noleggiatori a breve prevedono evidentemente una stagione difficile per il turismo, soprattutto quello dagli Stati Uniti, ma credo, però, che la situazione per loro sia meno peggio di quanto appare dalle immatricolazioni (-32%), in quanto sappiamo che molti noleggiatori, anche importanti non acquistano più in proprio tutte le auto, ma le prendono a loro volta in noleggio da operatori di lungo termine. Si tengono leggeri finché non vedono la ripresa e così evitano problemi seri alle imprese. Il noleggio a lungo termine mostra per la prima volta una contrazione, che sarebbe ancor maggiore senza le auto immatricolate e date al breve termine. Alla base ci sono le estensioni dei contratti, che rischiano però di generare un problema prossimo futuro sui valori residui, quando magari rientreranno auto Diesel senza Fap.
Il fatto è che le quotazioni dell’usato stanno peggiorando inaspettatamente, a causa dell’accelerazione che le case stanno dando all’evoluzione dei modelli, in chiave più ambientalista.

Sarebbe opportuno non estendere i contratti pure se i clienti li chiedono, accettando subito eventuali cali di fatturato e/o perdite sull’usato. Anche perché i noleggiatori a lungo termine si troveranno nei prossimi anni a operare per la prima volta in un mercato maturo, che non cresce ai ritmi a cui erano abituati.
Centro studi Feet&Mobility

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