Quote latte, multa record per l’Italia

Scende il numero degli allevatori indisciplinati, ma crescono le ammende: 188 milioni per l’ultimo anno

da Milano

Multe da record all'Italia per il mancato rispetto - anche quest'anno - delle quote di produzione di latte da parte di un gruppo sempre più esiguo di allevatori. I dati che saranno pubblicati oggi dalla Commissione europea, ma che l’agenzia Ansa ha anticipato ieri, parlano chiaro: per la campagna 2005-2006 (ossia il periodo annuale in cui l'Ue calcola la produzione di latte), i produttori italiani dovranno pagare alle casse europee 188,8 milioni di euro per aver superato di quasi 611.000 tonnellate - ossia il 5,9% - le quote di produzione loro assegnate. Si tratta del latte che i produttori italiani hanno consegnato nel corso della campagna 2005-2006 alle latterie, mentre non è stata pienamente utilizzata la quota italiana per le vendite dirette dall'allevatore al consumatore.
Quest'anno l'ammontare della multa è di gran lunga superiore ai 141,2 milioni di euro pagati dall'Italia nella precedente campagna 2004-2005, e ancora più elevata dei 166,9 milioni di multa versati nel periodo 2003-2004. Insomma, il sistema delle quote latte a 15 anni dalla sua entrata in vigore in Europa continua a incontrare ostacoli alla sua applicazione in Italia, mentre nei restanti Stati membri - salvo qualche eccezione - sembra aver permesso un equilibrio nella produzione. Le multe italiane rappresentano circa la metà delle multe destinate ai 25 Stati membri per la campagna 2005-2006. Se si prendono in considerazione solo le vendite alle latterie, la multa per l'Italia supera il 50% di quella per i 25 partner. Chi pagherà? Il regolamento europeo parla chiaro: sono a carico di coloro che hanno prodotto fuori quota. Se questi ultimi però si sottraggono al loro obbligo, le multe finiscono a carico dell'erario.


Negli ultimi tre o quattro anni, in seguito alla vicenda della rateizzazione - sottolineano fonti comunitarie a Bruxelles - è diminuito moltissimo il numero degli agricoltori italiani che «sfondano» le quote loro assegnate, passati da molte migliaia a circa 1.000-1.500 irriducibili. Questi ultimi produrrebbero singolarmente quantità rilevanti di latte e nella scorsa campagna avrebbero incrementato ulteriormente la loro produzione fuori quota.

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