Rai, azienda delle cause perse: così i bilanci vanno in rosso

Un dipendente ogni dieci cita in giudizio l'azienda. E vince a mani basse. Corte dei Conti: "Ancora pendenti 2.563 procedimenti"

Rai, azienda delle cause perse: così i bilanci vanno in rosso

Basta far causa e l'assunzione è assicurata. Basta far causa e lo scatto di grado è assicurato. Basta far causa e il risarcimento per mobbing è assicurato. Tanto che mamma Rai è per eccellenza l'azienda delle cause perse. Lo certifica addirittura la Corte dei Conti secondo i cui calcoli nel 66% dei casi viale Mazzini perde. "Un anno - racconta un dirigente che preferisce rimanere nell'anonimato - fu calcolato che sarebbe stato meglio perdere le cause e tirare fuori i soldi per le transazioni che pagare gli avvocati". E così segretarie, impiegati, operatori, mezzi busti e giornalisti sono andati avanti a suon di battaglie legali.

Secono il report pubblicato dal Messaggero, circa 1.300 dipendenti sui 13mila che lavorano in Rai sono riusciti a entrare facendo causa. Uno su dieci, insomma. "Abusi, mancanza di controlli, moltiplicazione degli appalti esterni perchi lavora nelle Reti, favoritismi vari retaggio della lottizzazione - spiega Claudio Marincola - hanno causato tutto questo contribuendo a mandare in rosso i conti". Ad oggi, secondo uno studio della Corte dei Conti, ci sono ancora 2.563 procedimenti pendenti. E il loro risultato è pressoché scontato. Se i numeri non mentono, ci dicono che su 605 richieste di reintegro o di assunzione, ben 340 sono andate in porto.

Oltre il 66% delle cause si conclude infatti con una sonora sconfitta per lo studio legale di viale Mazzini. Non solo. Nel quasi 62% dei casi alla tv pubblica tocca pure versare un "congruo risarcimento danni" al dipendente che gli ha fatto causa.

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