Le linee
guida per la riforma della Rai presentate oggi dal ministro delle Comunicazioni, Paolo
Gentiloni, prevedono un nuovo assetto organizzativo per Viale Mazzini, con la creazione di
tre distinte società operative, all'interno di una Rai che resta però di proprietà pubblica: una società che gestisce gli impianti della rete,
una a prevalente finanziamento pubblico, una finanziata esclusivamente dalla pubblicità.
Ciascuna delle tre società avrà un consiglio di amministrazione, nominato dalla
Fondazione-azionista, che funzionerà in base alle norme del Codice Civile.
Duplice, secondo Gentiloni, l'obiettivo di quella che definisce la "proposta principale" per il
futuro assetto di Viale Mazzini: "garantire una più chiara separazione tra ciò che è finanziato
dal canone e ciò che è basato sugli introiti pubblicitari e creare le condizioni per eliminare
l'eccessiva dipendenza del servizio pubblico dalla pubblicità, che rende difficile la sua
differenziazione dalla tv commerciale".
La presenza di una società interamente finanziata dalla pubblicità, con indici di
affollamento da tv commerciale, facente capo a una delle tre reti Rai ("quale, spetterà
all'azienda deciderlo", ribadisce Gentiloni) non apre necessariamente le porte a una sua
privatizzazione: "Non è irrealistico ipotizzare la presenza di un competitor su un mercato
aperto che abbia però proprietà pubblica. Ovviamente tale società non potrebbe però
ricevere anche le risorse del canone. Pensiamo all'inglese Channel 4, una tv pubblica
interamente finanziata dagli spot".
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