Cultura e Spettacoli

La Rai gongola e si applaude: abbiniamo qualità e ascolti

Solennità ed enfasi nell’annuncio dell’audience del 2005 officiato da Baudo davanti ai dirigenti e alle star: «Vinciamo anche senza Bonolis»

Paolo Scotti

da Roma

Questo sì, che vuol dire far festa. Ricordate il resoconto annuale dei dati Auditel, cerimonia burocratico-aziendale solitamente piuttosto grigia, con cui la Rai celebra i propri primati d’ascolto? Ebbene: ieri il rito s’è trasformato (per la prima volta, a nostra memoria) nei veri e propri Stati Generali di viale Mazzini. Riuniti tra ori e velluti della scenografia di Ballando con le stelle, presentati niente meno che da Pippo Baudo, addirittura in diretta tv sul digitale terrestre, c’erano praticamente tutti. Presidente, direttore generale, consiglieri d’amministrazione, direttori di rete e di tg e poi divi e dive di mamma Rai, dalla Carlucci a Frizzi, dalla Venier alla Ventura, da Vespa a Fazio, da Conti a Giletti, eccetera eccetera. Anche se poi il vero protagonista è stato lui: l’unico che mancava. Convitato di pietra, e pietra di paragone, l’assente Paolo Bonolis è stato infatti nominato più che se avesse presenziato. Il motivo? Ogni successo della stagione Rai sembrerebbe nato alla faccia della sua proditoria diserzione. «In autunno eravamo dati per morti - ha considerato ad esempio Simona Ventura - senza Paolo pareva tutto finito per noi. E invece...». «Abbiamo retto la concorrenza più forte - le ha fatto eco Bruno Vespa - anche se il mio vero avversario è stato Mentana, Bonolis pareva imbattibile». «Il trionfo più inatteso è stato quello autunnale - ha giubilato il direttore Del Noce - perché alla partenza di Bonolis abbiamo risposto con i fatti».
E allora vediamoli, questi fatti. Innanzitutto i successi indiscutibili, ricordati dal presidente Petruccioli: «Ballando con le stelle, Sanremo e soprattutto Domenica in. Senza contare tutte le fiction». E poi i numeri. La Rai s’è rivelata prima su Mediaset nell’intera giornata (col 43,55 contro il 41,90), nella prima serata (44,29 su 42,82) e in tutte le altre fasce giornaliere, tranne quella dalle 12 alle 15 (dove Mediaset vince per 44,98 contro 43,09).
La rete più vista del prime time è stata Raiuno col 23,91, seguita da Canale (22,50), Italia 1 (11,51) e Raidue (10,63). Prima per undici settimane su undici ancora la Rai durante il periodo di garanzia primaverile e nuovamente durante quello autunnale. Nella guerra dei tg sempre il Tg1 in prima linea alle 20, seguito dal Tg5. Quanto ai singoli programmi, scorrendo la lista dei più visti nel 2005, si scopre che fra i primi dieci la Rai conquista ben sette posizioni, con - fra gli altri - Sanremo al primo posto, Rockpolitik al terzo, Giovanni Paolo II al quarto.
Insomma, un trionfo. E come sempre in questi casi, autocelebrazioni e analisi del futuro si sprecano. «Oggi la Rai piace, ma non ci montiamo la testa - mette in guardia Meocci - continuiamo invece a perseguire la strada che mette insieme qualità ed ascolti». «I programmi Rai più seguiti, infatti - conferma Petruccioli - non sono quelli trash, ma le operazioni di qualità in grado di interessare una platea molto vasta». Ci sarebbe magari da dire che il seguitissimo Isola dei famosi non sembra venuto proprio da Oxford e che la dichiarazione del direttore di Raidue Ferrario, che lo trasmette, suona quanto meno bizzarra: «L’impegno di Raidue è di non fare mai trash». Ma non è il caso di guastare la festa. «Per Sanremo speriamo di avere Monica Bellucci - conferma Del Noce - e al mercoledì, quando il Festival si fermerà per la partita della nazionale, anche Francesco Totti». Quanto al suo futuro, Del Noce ha detto che «Raiuno è stato un grande amore. Parlare di un passaggio a Mediaset è prematuro.

Se ho incontrato Piersilvio Berlusconi? È normale che ci si incontri tra dirigenti di tv diverse».

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