Rai, istruttoria dell’Authority su Meocci

Verifica sulla presunta incompatibilità del direttore generale. «È la normale prassi»

da Roma

È stato Commissario dell’Authority per le Telecomunicazioni e ora che è direttore generale della Rai, proprio l’Authority ha aperto un’istruttoria nei suoi confronti per incompatibilità. Ma il diretto interessato, Alfredo Meocci per l’appunto attuale dg dell’azienda televisiva pubblica, commenta distaccato: «È la prassi». In effetti l’avvio della procedura per incompatibilità a causa dei precedenti incarichi, sia all’Authority sia come giornalista, proprio alla Rai era atteso e previsto fin dalla nomina di Meocci a dg. Adesso il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni «in adesione al parere del Consiglio di Stato ha riconosciuto la propria competenza in materia di incompatibilità degli ex componenti dell’Autorità». Dunque spetta alla stessa Authority decidere se Meocci sia o no compatibile con la dirigenza Rai in riferimento alla legge 481 del ’95 dove si stabilisce che «per almeno quattro anni dalla cessazione dell’incarico i componenti delle Autorità non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione o di impiego con le imprese operanti nei settori di competenza».
Ed in effetti, prima di assumere l’incarico di direttore generale in viale Mazzini, Meocci era commissario della stessa Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni. In precedenza era stato già dipendente Rai, poi in aspettativa per entrare nell’Authority. È stato il Consiglio di Stato a stabilire che doveva essere l’Authority a verificare la possibile incompatibilità tra il ritorno di Meocci in Rai e la sua precedente carica di commissario. Che cosa succederà adesso? Per la decisione ci vorrà qualche mese intanto i dipartimenti competenti dell’Autorità acquisiranno gli atti e i documenti che hanno portato alla nomina: se esistono i presupposti si passerà alla contestazione, indirizzata alla Rai e allo stesso dg, che potranno inviare le loro osservazioni e controdeduzioni all’Authority. Le risultanze istruttorie saranno poi sottoposte alla decisione finale del Consiglio. In caso di accertata incompatibilità, Meocci non soltanto rischia di dover lasciare la poltrona di direttore ma pure di ricevere una multa fra 25mila e 250mila euro.

Anche la Rai è passibile di una sanzione pecuniaria da un minimo di 150mila euro ad un massimo di 100 milioni. Ma Meocci non è preoccupato. «All’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ci sono stato e so come opera, - dice Meocci -. È stata solo seguita la normale prassi».

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