Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione
Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione

Il rap della clinica degli orrori: «Vieni da noi, ti facciamo fuori»

UN TESTO CHE ACCUSA «Ti taglio il polmone, con l’asportazione guadagno un centone»

«Questa è la clinica degli orrori/ vieni da noi che ti facciamo fuori/ benvenuto alla clinica Santa Rita, sono un primario/ sono un b... sodomita/ ed è una vita che mi chiamano dottore ma io sono un semplice omicida». La cronaca oltre la cronaca. La canzone viaggia sul web, sono le rime di «eretico31», voce di strada che lancia in rete il rap della Santa Rita, la casa di cura travolta dallo scandalo. Video splatter e versi ruvidi, sangue sulle pareti e sale operatorie che sembrano una macelleria, pazienti sotto i ferri che sono asce, tenaglie, seghe elettriche e accette. Poi i medici senza scrupoli. E soprattutto, i soldi. I soldi che muovono ogni cosa.
«La mia sfida è mandarvi all’obitorio/ sala operatoria, questa è un mattatoio/ hai un raffreddore? Ti taglio un polmone/ con l’asportazione guadagno un centone/ sono un Lupin della chirurgia/ Truffe? Tutta roba mia». Perché «è vero che ti levo anche i cogl.../ tanto c’è lo Stato che mi dà le sovvenzioni». Niente nome, questa volta, ma il riferimento è chiaro. Pierpaolo Brega Massone, ex primario di chirurgia. «Lo dicono anche i miei amici al bar/ nell’affettare i pazienti io sono una star».
Ambientazione da incubo, e chiusura - se possibile - ancora più macabra. Risata satanica in sottofondo.

Due rapper vestiti da medici escono nel cortile della clinica. Il primo ha in spalla una vanga. L’altro, un paziente. Morto. Scavano la fossa. «Perché se levo un rene e combino un guaio/ è perché seguo i consigli del mio amico macellaio». Titoli di coda.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica