Rapaci a Milano in cerca della vita comoda

Oltre cento le specie di uccelli presenti e secondo gli esperti in costante aumento. Hanno trovato casa sul Pirellone, al Castello e anche su una torre di San Siro

La casa dell’ultimo arrivato è tenuta rigorosamente top-secret: «Possiamo dire soltanto che a Milano, in periferia, ci sono due coppie di aironi cenerini che stanno nidificando». Uccelli che sfiorano il metro di grandezza e che di solito vivono in colonie numerose, in grandi spazi verdi o umidi, come le risaie della Pianura padana. «Trovarli a Milano è una cosa incredibile - aggiunge Massimo Soldarini, responsabile regionale della Lipu, la Lega italiana protezione uccelli -. Le attenzioni di curiosi e appassionati potrebbero farli scappare, per questo non diciamo dove hanno fatto il nido». Gli aironi sono in buona compagnia. Negli ultimi tempi molti animali selvatici hanno trovato casa in città: rapaci come il falco pellegrino o il gheppio, uccelli notturni, volpi e cervi. Nel Milanese si contano 120 specie selvatiche e tra queste 100 sono di uccelli. Gli esperti chiamano il fenomeno «inurbamento». Le ragioni? Sembra che anche gli animali, come gli uomini, si spostino in città per fare una vita più comoda.
La cosa riguarda tutte le zone di Milano. I primi gheppi - un piccolo falco - sono stati avvistati sopra la Stazione centrale. «Da poco ci hanno chiamato perché un piccolo era caduto dal nido fatto su una torre di San Siro e pare che un altro gheppio viva sui tetti dell’ospedale San Paolo» ricorda Soldarini. Il falco pellegrino («grande predatore di piccioni») è stato avvistato sul Pirellone tre anni fa e più di recente al Castello Sforzesco. La cosa ha una spiegazione: «Di solito fanno il nido su pareti rocciose a picco, un grattacielo assomiglia al loro ambiente naturale». Ma perché si spingono fino alla città? «Trovano un clima leggermente più caldo ma soprattutto cibo più abbondante» concordano gli esperti. E corrono meno rischi di essere a loro volta predati da altri animali.
Si spiega così l’aumento vertiginoso del numero di cornacchie e l’arrivo del martin pescatore, che «si nutre solo di pesci» ed è stato visto sul naviglio della Martesana e al parco Sempione, vicino all’acquario comunale. Di topi si nutrono invece i rapaci notturni come civette e allocchi, entrambi arrivati in città. «Delle civette hanno “trovato casa” al parco Trenno, ma possono fare il nido anche nei sottotetti dei palazzi» riprende l’esperto della Lipu. Un gruppo di gufi comuni sembra gradire particolarmente la periferia sud della città. «In via Ripamonti si è formato un “dormitorio”. I gufi si sono stabiliti sui pioppi che costeggiano l’ultimo tratto della strada, alla fine dell’inverno se ne vanno ma da qualche anno ritornano. Si è formata una piccola colonia cittadina».
È la cosa che più conta, secondo gli esperti. «Gli uccelli sono spesso degli indicatori della salute dell’ambiente, se c’è il martin pescatore sulla Martesana vuol dire che ci sono pesci». Lo stesso discorso vale per il pipistrello, un mammifero che da sempre evoca paure e superstizioni. «Ma la sensibilità è cambiata - sorride Soldarini -. Una volta li uccidevano subito, oggi ci chiamano per sentire se possiamo salvarli. I pipistrelli spesso fanno il nido nei cassone delle persiane e sono dei fantastici insetticidi naturali: in una notte riescono a mangiare anche 5mila moscerini, mosche o zanzare».
La presenza di nuovi animali selvatici non si limita ai cieli.

Al parco Nord è stato visto un cervo. Volpi sono segnalate al parco Nord e in quello delle cave. Nei prati intorno a Linate proliferano invece le lepri. A creare problemi sono però gli animali «importati»: su tutti, le nutrie e lo scoiattolo grigio.

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