Cinquecentosessantaquattro milioni di euro sborsati per una sentenza che potrebbe contenere un trucco. Dopo il danno, la beffa. Che però non fa ridere. I fatti. Per condannare Berlusconi a pagare la cifra record nella causa intentata da De Benedetti sul caso Mondadori ( l’acquisto del gruppo editoriale da parte di Fininvest nel 1991 dopo un braccio di ferro concluso con una spartizione) i giudici del Tribunale civile di Milano hanno fatto riferimento a una vecchia sentenza della Corte costituzionale, applicando la quale, De Benedetti avrebbe diritto al risarcimento.
Ma le cose non stanno così, anzi stanno all’esatto opposto. Proprio quella sentenza, se letta integralmente, dà infatti ragione a Berlusconi. Soltanto che i giudici milanesi ne hanno trascritto solo la prima parte, omettendo la seconda. In sintesi: è stato preso un precedente che non esiste, e lo si è censurato e distorto guarda caso su misura per punire Berlusconi. Un errore, una dimenticanza o qualche cosa di più?
La cosa non è sfuggita ai legali della Mondadori, il cui presidente, Marina Berlusconi, ieri ha presentato un esposto al ministro della Giustizia. Non sarebbe la prima volta che nei processi contro Berlusconi leggi e diritto vengono calpestati pur di raggiungere l'obiettivo della condanna. È successo nel caso Mills (postdatazione di un reato, testimoni a difesa negati), nelle inchieste di Napoli e Milano (intercettazioni telefoniche illegali e mancanza di competenza territoriale).
La legge insomma non sarebbe uguale per tutti. Per Berlusconi e le sue aziende i codici vengono scritti di volta in volta a seconda della necessità. Che è sempre una: distruggere il premier, se è il caso azzoppando anche il suo gruppo usando sentenze sbianchettate alla bisogna.
Ma quanto deve andare avanti questo accanimento? Quanto dovremmo aspettare per vedere inchieste serie e super partes sugli abusi di pm e giudici? La risposta alla prima domanda è banale: fino a che Silvio Berlusconi non si arrenderà. Quella alla seconda è semplice: mai. Io non so per quanto ancora il premier avrà la forza fisica, psicologica e finanziaria per resistere. L’uomo non è di quelli che si tirano indietro e infatti, a quel che mi risulta, non ha intenzione di farlo.
Me lo auguro,perché non saremo all’apicedelle
nostre possibilità, aspettiamo che alcune promesse siano mantenute, ma mille volte meglio così che in mano a una banda di illiberali, truffatori e mascalzoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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