Cronache

Ravenna, la Disciplinare ridà al Genoa la vittoria sul campo

Clausola compromissoria: da verificare i casi di Bologna e Salernitana

Ravenna, la Disciplinare ridà al Genoa la vittoria sul campo

Diego Pistacchi

Una vittoria che non vale solo i tre punti in classifica. Vale soprattutto la prima buona notizia dopo un’estate terribile. Vale la svolta nelle decisioni del Palazzo sul Genoa. E il risultato del campo riacquista valore: il Genoa aveva vinto 3-1 a Ravenna e questo punteggio torna a essere registrato su tutte le classifiche. È la commissione disciplinare (di serie C, non quella che condannò il Grifone a luglio) ad accettare il ricorso della società rossoblù contro la sconfitta a tavolino decisa dal giudice sportivo per l’impiego di Antonio Ghomsy che sarebbe stato squalificato.
Domani il Genoa scenderà quindi in campo a Novara con 5 punti in classifica e altrettanti di distanza dalla vetta. Da Firenze la notizia è arrivata a pomeriggio inoltrato, verso le 18.30, al termine di una seduta fiume della Disciplinare. Prima in via ufficiosa, perché la Lega di serie C affida i comunicati solo all’Ansa. Poi in via ufficiale, proprio attraverso la nota «battuta» dall’agenzia. Ora resta però da attendere anche il secondo grado di giudizio, perché è prevedibile un ricorso del Ravenna alla Caf.
In realtà tutti in società ieri aspettavano soprattutto notizie dell’esito di un nuovo deferimento a carico di Enrico Preziosi, quell’«atto dovuto» che lo chiamava in causa per il fallimento del Como. Invece di questo la commissione non si è occupata. Perché un vizio di forma, l’ennesima «inesattezza» procedurale, un nuovo errore nella notifica del provvedimento, aveva costretto a rinviare la pratica. In ogni caso, l’eventuale nuova condanna per il patron rossoblù non potrebbe avere in alcun modo conseguenze nei confronti della società di via Garibaldi.
Il Genoa torna quindi a due vittorie e due pareggi, sette gol fatti e due subiti. Ma soprattutto incassa un primo e sostanziale segnale di svolta in quella che sembrava ormai una battaglia persa contro ogni «decisione» della Federcalcio e della Lega. Un segnale che ora dovrà confermare nel prossimo appuntamento decisivo con i giudici. Si avvicina infatti il momento del processo per la violazione della clausola compromissoria. Il Genoa e i suoi dirigenti si sono rivolti al giudice civile al termine del procedimento sportivo di primo e secondo grado. Per questo ora rischiano rispettivamente una ulteriore penalizzazione in punti (minimo tre, dice il codice) e l’inibizione dall’attività.
Ma esistono considerazioni che giocano a favore del Genoa. Una riguarda il fatto che il presidente federale Franco Carraro risulta indagato per esposti e denunce rivolti da presidenti di altre società di calcio alla magistratura ordinaria. In buona sostanza anche Gazzoni, patron del Bologna, e Aliberti, numero uno della Salernitana, si sono rivolti ai giudici per accusare i vertici della Figc di tutte le «manovre» che hanno portato alla retrocessione delle loro società e alla salvezza di altre squadre con gravi problemi di bilancio. La giustizia sportiva, il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato hanno sempre sposato la linea di Carraro, quindi Gazzoni e Aliberti hanno passato le carte alla procura della Repubblica. Loro, e le società che rappresentano, non sono però stati deferiti per la violazione della clausola compromissoria.
Una differenza sostanziale in effetti c’è, ed è da tenere in giusta considerazione. I due presidenti hanno presentato l’esposto personalmente, Gianni Blondet e Alessandro Zarbano, vice presidente e amministratore delegato del Genoa lo hanno fatto a nome del Grifo. Nel ricorso al giudice civile, soprattutto chiedevano l’annullamento del processo sportivo, mentre i presidenti di Salernitana e Bologna chiedevano di indagare sulle irregolarità ed eventuali reati commessi dalla Figc durante l’assunzione delle sue decisioni. La prima obiezione è superata dal fatto che, comunque, Gazzoni e Aliberti sono due tesserati e come tali tenuti al rispetto della clausola compromissoria. La seconda, quella di merito e la più rilevante, sarà al centro della strategia difensiva dei legali del Genoa. Perché anche il Genoa non ha chiesto al giudice Vigotti di intervenire sul giudizio sportivo, di cambiare la sentenza, ma semplicemente di valutare la violazione di principi costituzionali nel corso del procedimento.

Se è cambiato l’atteggiamento nei confronti del Genoa, la riprova arriverà presto.

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