Politica

Il «re dell’alluminio» abiterà nella dacia preferita da Stalin

Oleg Deripaska la pagherà 10 milioni di dollari, da versare al governo dell’Abkhazia

Federica Artina

da Milano

Frammenti di storia in vendita. Questa volta non si tratta di pezzi di intonaco o cimeli raccolti qua e là più o meno lecitamente. Questa volta si tratta di dimore di personaggi storici che lo Stato è stufo di mantenere e che quindi affida ai privati. Siamo in Abkhazia, piccolo stato secessionista staccatosi dalla Georgia, terra natale di Stalin che proprio qui sulle rive del Mar Nero fece costruire negli Anni 30 una dacia destinata a diventare la sua preferita. Quella dacia è stata messa in vendita e, come rivela il tabloid Komsomolskaya Pravda, passerà nelle mani di Oleg Deripaska, il «re dell’alluminio» russo, che a solo 36 anni vanta già un patrimonio personale pari 8,3 miliardi di dollari ed è secondo solo a Roman Abramovich nella classifica dei Paperoni ex sovietici.
Una dimora ricca di fascino, quella acquistata da Deripaska. Innanzitutto l’edificio non è visibile dal mare: Stalin temeva in maniera ossessiva e quasi patologica per la sua incolumità e perciò volle che la dacia fosse il più imperscrutabile possibile. Inoltre il «Padre dei popoli» non voleva che nessuno lo importunasse nel corso delle sue passeggiate sulla spiaggia, peraltro assai rare. Ragione per cui fu costruita una conduttura sotterranea che trasportava acqua di mare in una piscina ben riparata all’interno della dacia. E si dice anche che alcuni genitori del posto passarono dieci anni in carcere poiché i loro figli si erano intrufolati all’interno della spiaggia della tenuta. Un’altra leggenda narra anche che la dacia fosse collegata al Cremlino da un tunnel sotterraneo largo più di sei metri. Difficile da credere, visto che la distanza da Mosca è di 1.500 chilometri. Una luogo pieno di storia, dunque, attorno alla quale il business era già stato fiutato da tempo. Tant’è vero che negli ultimi anni la dacia era diventata anche una sorta di albergo all’interno del quale i turisti potevano dormire - per la popolarissima cifra di cinquanta dollari a notte - utilizzando il letto e la toilette di Stalin.
Ora questi viaggi a ritroso nel tempo non saranno più possibili. La dacia, situata a circa quindici chilometri dalla cittadina di Gagra, diventerà proprietà privata. Il prezzo? Irrisorio, visto l’acquirente: 10 milioni di dollari, che Deripaska verserà nelle casse dello staterello, autonomo dal 1992 e da allora dipendente in gran parte dalle casse della capitale sovietica. Un’operazione commerciale di precisione chirurgica, conclusa negoziando l’affare attraverso Basavi Element, una delle tante società nelle mani di Deripaska, l’uomo di cui l’ex primo ministro Primakov disse: «È un bravo ragazzo, che investe in attività produttive e non si accontenta di vivere dalle rendite del petrolio».
Ma i nostalgici potranno consolarsi in maniera assai originale facendo tappa in Lituania e visitando «Stalin’s World», un parco a tema dedicato ai gulag del periodo più buio della dittatura sovietica, ideato e realizzato da un ex lottatore e coltivatore di funghi di nome Viliumas Malinauskas. Al suo interno i visitatori potranno provare l’ebbrezza di farsi trasportare sui carri bestiame che venivano usati per deportare i lituani in Siberia, in un persorso ornato da statue originali dei leader comunisti, comprate da Malinauskas nei paesi dell’ex blocco comunista.

E c’è da giurare che anche questa volta il successo sarà assicurato.

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