La realtà è una noia mortale. E torna di moda l’Aldilà

La realtà è una noia mortale. E torna di moda l’Aldilà

Di tutto ciò che ami, di tutte le persone che ami, o di tutto ciò che sei resteranno, tolta l'acqua, un paio di chili di calcio, uno o poco più di fosforo, cinque grammi di ferro, tre di zinco più una manciata di fluoro, manganese, molibdeno, ma poca cosa, niente più di una spolverata. Quanto basta comunque per tirartela di meno. La vita eterna, cioè l'Aldilà, esiste di sicuro, scientificamente provato, per tutto ciò di cui sei fatto: ogni minerale, ogni cellula, ogni atomo di te ti sopravvive per sempre ritornando nel circolo continuo della terra. Come spiega «Focus» in uno dei suoi numeri Extra, almeno uno dei 15 miliardi di miliardi di atomi che costituivano il corpo di Giulio Cesare è ora presente nell'aria che respiriamo o nell'acqua che beviamo. Tra un migliaio di anni può darsi benissimo che quel polline che vi da allergia facendovi gocciolare il naso sia Antonio Di Pietro.
Una certezza quindi c'è: nonostante un antico pregiudizio è il corpo a sopravvivere all’anima e non viceversa. Tutto è eterno tranne noi. Tutto vive tranne la vita. Tutto si trasforma tranne la sinistra. Almeno secondo la logica di alcuni matematici di grido anche se, a giudicare dal successo che hanno in libreria le loro teorie negazioniste, può darsi che lo dicano per puro calcolo...
Sarà che l'Aldiqua è di una noia mortale, i leader politici sono sempre quelli, la tv è sempre uguale e la moviola è sempre la stessa, ma l'Aldilà è tornato di moda. Film, libri, canzoni. Persino una pagina facebook, selettiva come il paradiso: «Aldilà condivide solo alcune informazioni del suo profilo con tutti. Se conosci Aldilà, aggiungilo agli amici o inviagli un messaggio». «Hereafter», l'ultimo film di Clint Eastwood, risponde perlappunto alla domanda delle domande: esiste qualcosa oltre la morte? Raccomandato agli scettici persino da «Repubblica» che però non fa testo visto che crede a tutto, persino a quello che scrive D’Avanzo. Così come il sussurato «L’inizio è la mia fine», figlio del libro di Tiziano Terzani che spiega «perchè quella che ho davanti è la più strana, interessante, nuova cosa che mi sia mai capitata». Perchè uno le domande se le fa: se la vita non è eterna, se siamo solo lacrime nella pioggia come replicanti di «Blade runner», mettere al mondo figli non è più un gesto d'amore ma di crudeltà; se la vita non è eterna meglio non nascere che vivere per niente sapendo di morire: possibile che ciò che di nobile e struggente sei stato, svanirà come un sogno dimenticato, o come un vecchio ritornello che nessuno canta più? Pippo Corigliano, soave portavoce dell’Opus Dei, in «Preferisco il Paradiso, la vita eterna: com'è come arrivarci», grazie a dio, dice che il Dopo c’è. E lo racconta, con tanto di navigatore per arrivarci, così bene che vien quasi voglia di arrivarci Prima.

E il Voyager Roberto Giacobbo, raduna nel libro «Aldilà» le risposte più nuove al più antico dei misteri: dove va l'anima? In un altro corpo, in un'altra dimensione, in un'altra storia? Fino a una conclusione non si sa se più minacciosa o consolatoria: «Chi nega l’esistenza dell’aldilà ha le stesse prove di chi la afferma». Forse per la vita vale la legge dell’amore: per chi ci crede nessuna spiegazione è necessaria, per chi non ci crede nessuna spiegazione è possibile. Del resto lo dicono pure in «Aldilà dei sogni»...

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