Oltre alla sentenza sul razzismo della frase «italiano di m...», ieri ne arrivata unaltra che farà discutere. Il datore di lavoro che minaccia i propri dipendenti prospettando loro il licenziamento compie un reato. È questo che si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna di un imprenditore per il reato di minacce: limputato aveva ripreso una dipendente per non aver accettato di svolgere lattività lavorativa fuori dal normale orario di servizio, asserendo che «lavrebbe messa a fare del lavoro molto pesante o con macchinari difficili da utilizzare di modo che sarebbe stata costretta a licenziarsi per non stressarsi» e prospettandole, con la minaccia di licenziamento, un «ingiusto danno». La donna lo ha portato in tribunale e luomo ha dovito rispondere del reato fino allultimo grado di giudizio facendone quasi una questione di principio.
La Suprema Corte (quinta sezione penale, sentenza numero 11891) ha rigettato il ricorso delluomo e confermato la condanna, inflitta allimputato dal tribunale di Perugia, al pagamento di una multa di 51 euro e al risarcimento danni in favore della parte offesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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