Record di debiti per gli italiani, anno nero per l'economia ma non per i top manager

Oltre 16 mila euro per famiglia. Dall'introduzione dell'euro il "rosso" è cresciuto del 91%. Ma l'anno nero dell'economia è stato un anno d'oro per i top manager: c'è pure chi prende 19mila euro al giorno/leggi l'articolo di Mario Giordano

Record di debiti per gli italiani, anno nero per l'economia ma non per i top manager

Euro uguale debito. Dall’entrata in vigore della moneta unica a oggi, l’indebitamento medio delle famiglie italiane è aumentato del 91%, fino ad arrivare all’impressionante cifra di 15.578 euro per nucleo familiare. Solo nell’ultimo anno, poi, le «sofferenze» sono cresciute del 9,2 per cento.

Buona parte dipende certamente dai mutui per la casa, «gonfiati» dal costante aumento dei tassi, e dai finanziamenti per le ristrutturazioni: ma a spingere gli italiani a ricorrere sempre più ai prestiti ci sono anche i cosiddetti «crediti al consumo», gli acquisti a rate praticamente di ogni cosa, dall’auto al divano di casa. O più drammaticamente le conseguenze della crisi economica e degli aumenti generalizzati, dalla benzina agli alimentari, dalla luce al gas, a fronte di retribuzioni rimaste praticamente invariate nel corso dell’ultimo anno: lo stipendio non basta più a far fronte alle spese quotidiane e si è costretti a indebitarsi. È la fotografia scattata dall’ufficio studi della Cgia - l’associazione artigiani - di Mestre in un’indagine sulle difficoltà economiche delle famiglie italiane.

Una geografia, quella dell’indebitamento, abbastanza variegata. Nel 2007, in testa alla graduatoria troviamo Roma, con 22.305 euro per famiglia, seguita da Milano (21.115), Reggio Emilia (20.367), Prato (20.007), Lodi (19.871) e Rimini (19.812). Fanalino di coda la provincia di Vibo Valentia (6.861 euro), al 103˚ posto, preceduta da Benevento (6.917), Reggio Calabria (7.072), Avellino (7.078), Isernia (7.182), Enna (7.185) e Agrigento, al 97˚ posto, con 7.631 euro di indebitamento per famiglia. Come si vede, è il Nord ad essere più indebitato: per trovare una città del Sud in questa classifica, dobbiamo arrivare fino alla 53˚ posizione, dove c’è Bari con un indebitamento medio di 13.044 euro. Paradossalmente, però, il minore ricorso ai prestiti non è un indice di maggiore ricchezza per il Meridione, ma il contrario, legato com’è alla capacità di spesa inferiore del Sud rispetto al Nord, anche a causa del gap retributivo tra i due «poli» del Paese.

Lo sottolinea Giuseppe Bortoluzzi, segretario della Cgia di Mestre: «Le città che si sono più indebitate nell’ultimo anno sono quelle che registrano anche i livelli di reddito più elevati. Non è da escludere che tra questi vi siano anche delle famiglie appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, appare evidente che la forte esposizione in queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente. Altra cosa è quando analizziamo la variazione di crescita dell’indebitamento registrato negli ultimi cinque anni. Nei primi posti abbiamo molte città del Sud. Ciò sta a significare che questo aumento è probabilmente legato al perdurare della crisi economica che ha indotto molte famiglie a ricorrere a prestiti bancari».

In effetti, a guidare la classifica del maggiore indebitamento dal primo gennaio 2002 - quando è entrato in vigore l’euro - al 30 settembre 2007, c’è Napoli, con un aumento del 118,7 per cento.Mal’impoverimento dovuto alla moneta unica non risparmia neppure i ricchi capoluoghi dell’Emilia-Romagna, con Reggio Emilia (118,6%) e Piacenza (114,2%), rispettivamente al secondo e terzo posto. La classifica prosegue con le province del Centro- Sud: al quarto posto infatti troviamo Caserta (113,7%), seguita da Chieti (112,9%).

E la situazione non cambia se consideriamo la graduatoria degli incrementi rilevati tra il 2006 e il 2007: la famigerata «sindrome della quarta settimana » non conosce confini geografici. Il primato negativo spetta a Prato, con un aumento dell’indebitamento per famiglia del 15% (contro la media del 9,2%), seguita da Genova (14,3%), Crotone (14,2%), Napoli (14,1%) e Brindisi(13,7%).

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