Regionali, Berlusconi: "C'è disegno contro di noi"

Il presidente del Consiglio scatenato: "Anche nel '94 volevano correre da soli. La sinistra e la sua mano giudiziaria non hanno perso il vizio". E sulla manifestazione di Pd e Idv: "Amalgama terrificante, serve una risposta dura"

Regionali, Berlusconi: "C'è disegno contro di noi"

Roma - L’approccio è quello consueto da campagna elettorale, segno che Silvio Berlusconi ha deciso di dar fuoco alle polveri e non si fermerà fino al voto. «Quando è il momento di scendere in campo lo faccio senza orpelli», spiega appena salutata la platea della sala convegni dell’Hotel Cavalieri Hilton di Roma. Un pubblico diverso dal solito, perché la prevalenza di ex An è davvero marcata e perché tra i quadri e i dirigenti locali un po’ di tensione c’è ancora dopo l’esclusione della lista del Pdl in tutta la provincia di Roma.
Ma l’obiettivo del Cavaliere è quello di galvanizzare il suo elettorato, ripescando dalla pattuglia dell’astensionismo i tanti delusi degli ultimi quindici giorni, ai quali il Pdl ha dato l’impressione di essere un partito senza guida durante tutto il caos delle liste. Anche per questo il premier dice di sentirsi «tanta energia addosso» da poter «battere a braccio di ferro anche Carnera». Senza dimenticare le consuete battute: «Mentre guardavo il Milan in Champions un senatore mi ha detto che voleva piangere. Gli ho risposto: “Io piango e ci metto anche il grano...”».

Ma è soprattutto un Berlusconi all’attacco quello che si presenta ai quadri e ai dirigenti del Pdl del Lazio con l’obiettivo di ricompattarli e lanciare la rimonta di Renata Polverini. Il caos liste, dice, «non è un caso, ma mi pare un disegno molto ben pensato» visto che «stanno tentando di fare una grande porcheria». «Il Tar della Lombardia ha fatto giustizia - aggiunge - ma voi pensate alla mentalità dei giudici dell’ufficio elettorale di Milano che hanno contestato le nostre liste senza avere nessuna qualifica quando invece le liste della sinistra avevano molte irregolarità». Si passa al caso Lazio. Con il premier che chiosa così la ricostruzione della giornata in tribunale: «A un certo punto esce anche una magistrata che, guarda caso, ha il ritratto del Che in un angolo dell’ufficio...». Insomma, «i responsabili del partito non hanno nessuna colpa per quello che è accaduto». Il problema, piuttosto, è che «la sinistra e la sua mano giudiziaria non ha perso il vizio». Come nel ’94, quando «volevano vincere correndo da soli, avendo eliminato tutti i possibili avversari politici». «Solo noi - dice il premier - glielo abbiamo impedito dando vita alla nostra coalizione». E come nel ’95, quando «mandarono un avviso di garanzia all’allora presidente del Consiglio e il capo dello Stato chiamò Bossi dicendogli che Berlusconi era nel burrone e che poteva finirci anche lui».

Insomma, anche per il caos delle liste elettorali il problema è «la magistratura politicizzata di sinistra che usa i suoi poteri a fini politici» e che «ha dettato i tempi di questa campagna elettorale». È «il colmo», perché «abbiamo mandato i nostri militari a riportare il diritto di voto in Afghanistan e nella nostra capitale ci viene interdetto di poter votare». Ma, dice, «ce la faremo lo stesso». Di qui, l’invito a tutti gli esclusi - «se davvero dovessero restare tali dopo l’ultimo ricorso» - a fare campagna elettorale con il massimo dell’impegno, perché chi lo farà «sarà protagonista nella giunta» della Polverini.

Il Cavaliere torna poi sulla manifestazione dell’opposizione in programma domani. «Sfileranno a braccetto il campione del giustizialismo Antonio Di Pietro, il campione della faziosità politica Pier Luigi Bersani e la campionessa della cultura radicale Emma Bonino.

Un amalgama terrificante», chiosa il premier. A cui il centrodestra risponderà in maniera «forte e dura», con una manifestazione in piazza San Giovanni che «non sarà contro ma per qualcosa», per «il diritto di voto, per la nostra libertà».

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