Bando ai trionfalismi: la spesa sui medicinali continua a crescere. Le finanze del Lazio sono ancora lontane dal dimezzamento del deficit come invece piace sostenere a Marrazzo. Larretramento del debito si sta attestando sui 400 milioni di euro rispetto allo scorso anno. Come ha sostenuto il sub commissario Mario Morlacco precisando che «a seguito di una approfondita valutazione dei tendenziali dei conti della sanità per lanno in corso e considerati gli effetti della manovra messa in campo, si ritiene di poter formulare una previsione a chiudere per lanno 2009, con un disavanzo consolidato inferiore a 1 miliardo e 300 milioni di euro, compresi gli appostamenti per i rischi residui. Si conferma quindi una diminuzione del disavanzo nellordine di 400 milioni di euro rispetto allo scorso anno».
Vale a dire che le cose non stanno andando a gonfie vele. Un esempio per tutti, laumento tendenziale della spesa farmaceutica che cresce nel Lazio di 18 milioni annui in più rispetto al tetto programmato. «Lo squilibrio dei 18 milioni si inserisce su un andamento della farmaceutica che, già da diversi anni fuori controllo, ai primi mesi del 2009 evidenzia il persistere di una spesa superiore al tetto programmato del Lazio (ossia il 13,6 per cento del fondo sanitario regionale) tra 1,4 e 1,6 punti percentuali. In pratica - spiega il professor Pierluigi Russo, docente di Farmaco-economia alluniversità La Sapienza - sta superando il 15 per cento». Vale a dire che il ticket farmaceutico imposto ai cittadini del Lazio non ha fatto da deterrente come invece il presidente-commissario del Lazio aveva stimato concertando con il governo Prodi nel 2007 un piano di rientro basato formalmente su tasse e tagli ai servizi. Soluzioni che a oggi si stanno dimostrando errate come ci fa notare lesperto. «La spesa continua a marciare, nonostante i cittadini abbiano subito la reintroduzione di un ticket sui farmaci che è tra i più onerosi in Italia. Si tratta di una percentuale di incremento del 7,1 per cento della spesa farmaceutica lorda contro il 5,7 della media nazionale, che inciderà su ognuno di noi per quasi 12 euro a fine anno».
Però la disamina delle criticità non finisce qui. Dallanalisi delle misure tecniche messe in campo dalla Regione per ridurre limpatto della spesa interna alle aziende ospedaliere e alle Asl non sono stati rilevati risultati promettenti. Soprattutto la mancata riuscita della distribuzione diretta e per conto, nonché la campagna di utilizzo dei generici e dei non griffati.
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