Marcello Chirico
Una sanità organizzata meglio e, quindi, più efficiente. A cominciare da unulteriore riduzione delle liste dattesa (chiodo fisso dellamministrazione formigoniana), insieme a una maggiore attenzione alle patologie oncologiche.
Non è la solita promessa di fine anno ma il regalo natalizio dellassessore alla Sanità Alessandro Cè allintera utenza lombarda per il 2006, quando appunto entrerà in vigore quanto già previsto dalla legge regionale 31 (quella che scandisce tempi e modalità della riforma sanitaria lombarda).
Ovvero: una sempre maggiore autonomia gestionale da parte delle 15 Asl, sia sulle spese sia riguardo alla programmazione generale del settore. Una più ampia libertà dazione che si tradurrà, automaticamente, in una maggiore attenzione alle esigenze specifiche dei territori controllati appunto dalle Aziende sanitarie regionali. A partire dai Comuni, i quali si ritaglieranno pure loro una parte attiva nella nuova geografia gestionale.
Fino a qualche mese fa sembrava che questo ulteriore salto di qualità della sanità lombarda non sarebbe stato possibile, causa le ristrettezze economiche nelle quali si dibatteva il Governo nazionale. I tagli imposti alle Regioni dalla Finanziaria 2006 sembrava dovessero condizionare le politiche sanitarie di questultime, ma le reiterate rimostranze degli amministratori lombardi (Formigoni in testa) hanno sortito alla fine leffetto desiderato: il maxi-emendamento al documento di programmazione economica nazionale prevede infatti, per la «virtuosa» Regione Lombardia, un sostanzioso incremento delle risorse governative. E così, anziché i 200 milioni di euro previsti inizialmente a favore della sanità lombarda, al Pirellone di milioni ne arriveranno 400. Praticamente il doppio. Euro che serviranno appunto a migliorare lerogazione dei servizi e ad attuare appunto quanto previsto dalla «riforma Borsani». La maggiore autonomia delle Asl dovrebbe determinare, secondo le linee dindirizzo predisposte dallassessore Cè, unulteriore sforbiciata alle liste dattesa ospedaliere, considerato che alle Aziende sarà consentito spendere di più sia sulle voci generali (più del 4% del badget annuale) sia sulla medicina specialistica (+14%).
Ben conoscendo su quali voci si concentra la domanda del proprio territorio, i direttori delle Asl potranno effettuare investimenti mirati, e per far questo potranno avvalersi pure del contributo delle amministrazioni civiche, le quali a loro volta solleciteranno o suggeriranno su cosa indirizzare le politiche sanitarie territoriali. Se tutto andrà come previsto, in Regione ritengono di poter ridurre i tempi dattesa per interventi e diagnostica - attualmente già inferiori a quelli nazionali - di un ulteriore 10 per cento.
Dal 2006 la Regione aumenterà inoltre le proprie attenzioni nella cura delle malattie oncologiche, con un aumento degli interventi in day-hospital e attraverso lacquisto diretto di farmaci di nuova generazione senza metterli poi in conto alle Asl sulle tariffe di ricovero.
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