Roma

Regione, l’ennesimo flop di Marrazzo: il centro Rirei è a un passo dal baratro

CRISI Da tre mesi lavorano con portatori di handicap, alcuni dei quali con gravi patologie, senza più un soldo

A limitare i danni del contenzioso tra Regione e consorzio di cooperative Ri.Rei. ci avrebbero dovuto pensare a partire da metà aprile le Asl. Ognuna per la propria competenza territoriale così come è stato stabilito da un accordo tra le parti alla presenza dei sindacati. Invece le Asl, almeno fino a oggi, hanno fatto orecchie da mercante senza dar seguito alle direttive della Regione e così il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Dopo 4 anni di alti e bassi anche la gestione Ri.Rei. dei centri ex Anni Verdi per la cura e l’assistenza di giovani disabili è a un passo dal baratro. Un altro flop per l’amministrazione Marrazzo che in questi anni si è spesa a favore di un consorzio creato ad hoc per prendere in carico la conduzione dei servizi assistenziali ma che ormai non è più in grado di assicurare lo stipendio ai 500 operatori che da tre mesi lavorano con portatori di handicap, alcuni dei quali con evidenti patologie gravi, senza un soldo di stipendio. Ieri per l’ennesima giornata consecutiva una folta delegazioni di dipendenti del consorzio genitori e parenti dei giovani disabili si è data appuntamento sotto la sede della Giunta per chiedere una congrua soluzione del contenzioso tale da impegnare le singole aziende sanitarie locali a prendersi in carico il servizio almeno temporaneamente. Ossia fino a quando la Regione non avesse bandito la gara per l’affidamento e non fosse stato deliberato l’affidatario. Ma anche in questo caso i vertici regionali sembrano prendere tempo. «Piuttosto si sta ripresentando la dolorosa situazione che quattro anni fa ha coinvolto la onlus Anni Verdi costretta la fallimento. Sembra che il consorzio stia per subire la stessa sorte e così pure - chiosa il segretario regionale della Fials Confsal Gianni Romano - una parte di operatori. Quattro anni fa furono una cinquantina quelli messi alla porta oggi ce ne dovrebbero essere almeno 150 tra le voci che trapelano dalle stanze della Regione. Quello che non si capisce è come si possono licenziare 150 dipendenti quando per i casi di disabilità grave il rapporto di assistenza è di 1 a 1». Ma di esuberi certi parlerebbe pure l’accordo di aprile. Le aziende sanitarie avrebbero dovuto verificare la pertinenza dei costi per le prestazioni erogate fino al 30 settembre 2008; richiedere al consorzio la nota di credito per tutti gli importi eccedenti, stabilire la congruità del personale in servizio. È chiaro che queste incombenze, che le Asl non hanno soddisfatto, si ripercuotono sui tempi di risoluzione del contenzioso. Già perché a oggi malgrado il consorzio Ri.Rei. debba incassare dalla Regione e quindi dalle singole Asl circa 2 milioni di euro complessivi ancora, da quanto si legge nei vari carteggi, non li ha incassati. Vale a dire che la Regione sarà costretta a rendere questa cifra con tanto di interessi. Interessi di ben due anni di mancati versamenti che andranno a gravare, come al solito, sull’erario. «Differentemente però i lavoratori del consorzio non prenderanno con gli stipendi pregressi nessuna percentuale di interesse. Anzi - chiude Romano - è necessario precisare che in questo periodo la Regione ha comunque speso per l’assistenza ai disabili il 16% in più di quello che sarebbe costata l’internalizzazione del servizio con lo stesso personale. Oltre al fatto che adesso deve riconoscere a Ri.

Rei l’interesse al 4% sul dovuto».

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