Roma - Operazione bloccata alla Regione Lazio. Dopo l’articolodenuncia de Il Giornale , la delibera per il raddoppio degli stipendi ai dirigenti del Consiglio regionaleè stata frettolosamente cestinata. Naturalmente, ora tutti si dicono indignati. E dall’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale assicurano che la delibera non sarebbe mai stata approvata. Per noi, era a un passo dal via libera e se la cosa non fosse diventata pubblica, provocando le tardive proteste degli esponenti politici, nel silenzio generale la manovra sarebbe riuscita, alla faccia di tagli, sacrifici e trasparenza. La sensazione è che stavolta abbiamo rotto le uova nel paniere di qualcuno. Che la delibera ci fosse non lo nega nessuno e nessuno smentisce tutti i dettagli che abbiamo pubblicato ieri. E se davvero in tanti erano stati tenuti all’oscuro anche questo è preoccupante. E infatti c’è chi, come Veronica Cappellaro del Pdl, chiede che gli atti dell’ufficio di Presidenza del Consiglio siano trasmessi ai consiglieri. Più trasparenza, insomma. Sembra che ieri mattina, a via della Pisana, siano scoppiate dure polemiche attorno al caso. E che i vertici regionali si siano precipitati a garantire direttamente ai consiglieri dei vari partiti che la proposta non sarebbe andata avanti. Dichiara in una nota Mario Abbruzzese (Pdl), presidente del Consiglio regionale del Lazio: «La delibera di fatto non è mai stata resa operativa e non c’è nessuna volontà di renderla tale. Si tratta di una proposta portata all’attenzione dell’ufficio di Presidenza e che ipotizzava di colmare momentaneamente un vuoto di dirigenti di alcune aree della struttura amministrativa del Consiglio, peraltro già ridotte, da 30 a 19, all’inizio di questa legislatura con un risparmio netto di ben quattro milioni di euro». Abruzzese assicura che «tutti» sono impegnati nella razionalizzazione delle spese che «fino ad oggi ci ha permesso di tagliare costi per ben 6 milioni di euro». Il richiamo ai «sacrifici che si stanno chiedendo ai cittadini» è d’obbligo, con la promessa: «Non abbiamo alcuna intenzione di fare dei passi indietro». È anche una risposta al consigliere del Pd Enzo Foschi, che, sorprendentemente, cade dalle nuvole per l’«incredibile notizia », e chiede il ritiro della delibera «che mira a incrementare ancora di più privilegi e stipendi da capogiro», la definisce «uno schiaffo sulla faccia di ogni cittadino del Lazio, chiamato ogni giorno a fare sacrifici». Una replica severa è giunta anche dall’ex presidente della Regione, Francesco Storace. Il leader della Destra assieme al consigliere Roberto Buonasorte ha chiesto che Abruzzese «blocchi questa sciagurata manovra» perché nessuno, di maggioranza o opposizione, può «scialacquare denari per aumentare stipendi ai dirigenti del Consiglio». Anche Bruno Astorre del Pd e Claudio Bucci dell’Idv, membri dell’ufficio di Presidenza del Consiglio, assicurano: «Non si è deliberato niente, non è stato deciso nulla e non è previsto alcun aumento di stipendio per i dirigenti. Si è semplicemente discusso della carenza di dirigenti in pianta organica e del conseguente carico di lavoro e si è stati già tutti d’accordo nel ritenere impraticabile alcuna ipotesi di aumento di stipendio». Anche il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Raffaele D’Ambrosio e i consiglieri segretari Isabella Rauti e Gianfranco Gatti smentiscono. «L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio non ha approvato alcuna delibera in merito all’aumento degli stipendi dei dirigenti regionali», scrivono in una nota.
Anche solo la proposta era comunque «sciagurata», per Ivano Peduzzi e Fabio Nobile della Federazione della sinistra in Regione, «indignati ma non stupiti» dalla notizia. Che dire? Se alla Regione ora sono tutti d’accordo contro la vituperata delibera, c’è solo da chiedersi come mai non sia stata subito accantonata. SCENEGGIATA ROMANA- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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