In Regione si consuma la vendetta sui bolliti

Giunta a pezzi sulle nomine, Burlando prigioniero delle beghe fra assessori

Paola Setti

È la rivincita dell’arrosto sui bolliti. Claudio Montaldo l’assessore alla Sanità non l’ha mai digerita, quella cena in quel di Carrù cui lui non fu invitato e alla quale partecipò invece, con lo Stato maggiore della Sanità, l’assessore al Bilancio Giovanni Battista Pittaluga. Il giorno dopo si autodefinì l’arrosto. Ieri ha consumato fredda la sua vendetta.
In gergo si potrebbe dire che, con il sostegno dei Ds, il suo partito, e di parte della Margherita, ha «fatto fuori» due dei commensali, Domenico Crupi il direttore generale del suo Dipartimento, la Sanità, e Giuseppe Profiti il direttore generale del Bilancio. Il primo è stato sollevato dal suo incarico e spostato alla Direzione centrale della Programmazione e Pianificazione strategica. Il secondo non è stato nominato segretario generale della Regione: rimane direttore generale del Dipartimento Bilancio e Risorse Umane, e perde anche le deleghe alla Statistica e all’Informatica che andranno a Gabriella Laiolo, attuale direttore generale degli Affari della Presidenza. Nuovo segretario generale sarà invece Roberto Murgia, che fino a ieri dirigeva il Dipartimento Istruzione e che da domani assumerà anche l’incarico di Crupi alla direzione della sanità, lasciando il suo posto a Enrico Bonanni, che manterrà anche la carica di direttore del Dipartimento Cultura e Turismo. Tradotto in termini politici, significa la vittoria di Massimiliano Costa il vicepresidente della Regione (Margherita), Murgia lavorava con lui all’Istruzione. E la sconfitta di Pittaluga lo sponsor di Profiti, reo di aver gradito il bollito e sospettato di voler commissariare la Sanità, dicono i dietrologi che, d’accordo con Profiti, avrebbe addirittura fatto emergere solo all’ultimo il disavanzo della sanità per mettere in difficoltà Montaldo.
Lui respinge le accuse con una grassa risata: «È come chiedere all’ultimo difensore perché ha respinto il gol solo davanti alla rete», dice riferendosi alla scampata stangata fiscale promessa dal governo in caso di mancato risanamento del deficit. Se mai, aggiunge: «Gradirei non dovermi occupare di sanità», ma visto che volente o nolente deve farlo, chiederà che d’ora in poi la sua struttura abbia accesso ai dati e ai conti della sanità. Venerdì scorso il nome di Profiti aveva spaccato la giunta, con gli assessori Enrico Vesco al Lavoro e Renzo Guccinelli allo Sviluppo a metterne in dubbio le capacità e con Montaldo a lamentare che con Bilancio e segreteria generale Profiti acquisirebbe troppo potere. Così, ieri è stato il presidente Claudio Burlando a proporre Murgia. Nessuno ha fiatato.
La guerra in giunta però resta aperta. Perché venerdì scorso Pittaluga era finito nel mirino anche per aver tagliato del 5 per cento le spese di ogni assessorato. La manovra si era resa necessaria per rimpinguare le «prove» della copertura dei conti da portare al governo.

La delibera era stata approvata dalla giunta il 15 giugno, assenti quel giorno Costa e Luigi Merlo l’assessore ai Trasporti, e portata in fretta a Roma il 19, in corner sulla scadenza di aumento dell’Irap. Adesso proprio Costa e Merlo, che subiscono i tagli maggiori, vogliono una revisione della delibera. La lotta continua, in attesa delle ripercussioni sulla maggioranza in consiglio regionale.

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