Papa Prevost cancella Bergoglio, che caos a Garlasco e l'Iran: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la guerra di Donald Trump, l'impronta di Andrea Sempio e l'Ucraina

Papa Prevost cancella Bergoglio, che caos a Garlasco e l'Iran: quindi, oggi...
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- Sia lodato Papa Prevost che abbandona il pauperismo inutile di Francesco: dopo il Palazzo Apostolico, tornerà anche a passare le vacanze a Castel Gandolfo. Ma che bello. Voi direte: dettagli, invece no. Perché è simbolo enorme di cambio di passo, di cersura col passato in un campo - quello del Papa povero - che ha caratterizzato il pontificato precedente soprattutto sui grandi media. Bene così.

- Non so se la questione del dossieraggio contro Silvia Salis sia vera e se il colpevole sia il consigliere di Fratelli d’Italia. Poco m’importa. Il dramma di questa nostra politica è a monte: è folle anche solo pensare di poter cavalcare una vecchia storia secondo cui la neo-sindaca avrebbe investito qualcuno sulle strisce pedonali. Quanto è sciocca la frase “come può pensare di guidare una città se non sa farlo nemmeno con l’automobile”?

- Ma ne valeva davvero la pena crocifiggere Andrea Sempio per quell’impronta, se manco la trovano tra i reperti?
 Ieri come sapete è iniziato l’incidente probatorio nella nuova indagine su Garlasco. Qualcosa trapela, anche se ognuno legge a modo proprio le due sorprese che si sono trovati di fronte i periti: primo, le impronte da analizzare non sono conservate su strisce paraadesive ma su fogli di acetato, qualsiasi cosa voglia dire; secondo, la famosa impronta 33, quella che i pm attribuiscono a Sempio, non si potrò analizzare: l’intonaco grattato a suo tempo non si trova e, a quanto pare, nessuno ha neppure trovato un verbale che ne accerti la distruzione o il fatto che sia stato consumato interamente negli esami fatti all’epoca. 
E qui allora la mente corre a quel giorno di metà maggio quando il TG1 ha pubblicato l’esclusiva clamorosa su quella traccia palmare. Titolo: “Impronta di Sempio vicino al copro di Chiara Poggi”. Da quel momento il nuovo indagato s’è subito trasformato in mostro, ritenuto dall’opinione pubblica colpevole prima ancora che il processo cominci. Eppure prima si scopre che altri esperti la ritengono inutilizzabile, poi che pare non vi erano tracce di sangue, infine l’intonaco 18 anni dopo i fatti sparisce e forse non si sa bene neppure perché. 
Già ad alcuni era sorto il dubbio che la manina che aveva recapitato a suo tempo la foto dell’impronta al Tg1 volesse in qualche modo “punire”, o mettere pressione, su Sempio che quello stesso giorno - guarda tu il caso - era riuscito grazie ad un cavillo a sottrarsi all’interrogatorio disposto dalla Procura. 
Se davvero quell’impronta non la si potrà analizzare più a fondo, mi chiedo come potrà mai essere utilizzata come “prova regina” in un processo che, 18 anni dopo i fatti e con un colpevole già condannato, dovrebbe dichiarare Sempio colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio”. Aspettando altri eventuali colpi di scena, torniamo allora alla domanda originale: aveva senso spiattellare quell’impronta ovunque, condannando mediatamente Sempio prima del tempo?

- Ha ragione Luca Zaia: la protesta dei No Bezos è sciocca e ideologica, soprattutto quella da parte dell’Anpi. Perché a Venezia si sono spostati Clooney, Elton John e tanti altri, ma guarda caso la protesta arriva solo per Mr Amazon che ora è vicino a Donald Trump. E poi è grazie ai “ricconi” se esistono fondazioni in grado di aiutare la città ad essere quel gioiellino che è. Cinque alberghi prenotati, trenta motoscafi, e poi aperitivi, cene acquisti: avete idea del danno che fareste ai lavoratori veneziani se impediste a Bezos di sposarsi dove vuole?

- Su Iran e Ucraina bisogna un po’ abbandonare il tipico doppiopesismo degli osservatori eurocentrici. In linea di principio, sia l’invasione russa che le bombe israeliane su Teheran seguono la stessa logica: impedire che il vicino abbia bombe atomiche e posso minacciare la sicurezza nazionale. Dunque perché l’Occidente sostiene Netanyahu e criminalizza Putin? Perché bisogna ammettere a noi stessi, prima ancora che agli altri, che né la storia né la cronaca sono avulsi dagli schemi di parte. Tifiamo Israele perché consideriamo gli Ayatollah il peggior nemico dell’universo; attacchiamo Putin perché vediamo in Kiev il riflesso della nostra Europa. Per non appaiare ipocriti, basta ammetterlo: nessuno qui ripudia la guerra in quanto tale, ma solo quelle che ci piacciono di meno.

- La separazione delle carriere risolverà il problema della nostra giustizia, che tra Garlasco e i centri in Albania ha mostrato tutti i suoi enormi limiti? Non lo so.

Ma non comprendo coloro i quali contestano la riforma affermando che non sia la panacea di tutti i mali. Forse sì, forse no. Ma perché non tentare? In fondo ad oggi, senza separazione delle carriere (e altro) abbiamo avuto il Sistema, Palamara e tutto il resto. Tentar non nuoce, no?

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