La Regione vota per il pedaggio in città

Quello che si chiedeva era molto semplice e per nulla ideologico. Non era di destra o di sinistra, ma solo doveroso verso i liguri. La mozione votata ieri in consiglio regionale e presentata dalla Lega Nord chiedeva di «impegnare il presidente e l’assessore competente ad attuare nelle opportune sedi ogni azione necessaria al fine di rendere il tratto autostradale Genova Nervi - Genova Voltri gratuito per i cittadini residenti in Liguria». Cioè fare in modo che non si paghi più il biglietto per viaggiare da una parte all’altra della stessa città.
Ebbene, la giunta, con l’assessore Raffaella Paita che pure aveva anche su queste colonne assicurato di sposare la linea dell’abolizione del pedaggio, ha detto no. E no, ovviamente, ha subito detto no tutta la maggioranza. Almeno per ora- Con la scusa di volerne parlare ancora e meglio in una commissione consiliare. Anzi, la cosa più esilarante è nel comunicato diffuso (persino a mente fredda) dal capogruppo del Pd, Nino Miceli, che definisce «politicamente non condivisibile» la proposta. E poi spiega che «il gruppo del Partito Democratico si impegna sin da ora ad un approfondimento del tema nella sede più opportuna, che può essere la Commissione consiliare o, come suggerito dall’assessore Paita, un tavolo tecnico». Ecco svelato l’arcano: la Lega chiedeva di fare le necessarie azioni nelle «opportune sedi». Per il Pd è «politicamente inaccettabile», perché occorre farlo nella «sede più opportuna». Una sola, singola e superlativa. E poi, ci vuole un tavolo, per fare tutto ci vuole un tavolo. Insomma, 10 voti favorevoli all’abolizione del pedaggio autostradale (Lega, Pdl, Lista Biasotti e Raffaella Della Bianca, da ieri nel gruppo misto) e 22 contrari, cioè tutta la maggioranza guidata dall’assessore Paita. Duro il Pdl, con Matteo Rosso e Gino garibaldi a sottolineare «l’evidente dimostrazione che non si fa nulla per sostenere i liguri in un momento di grossa difficoltà». Il dibattito surreale è durato persino parecchio. Con Ezio Chiesa (fuoriscito Pd) e Nino Miceli (Pd) a cercare una scusa qualsiasi pur di non votare la mozione della Lega. Con Raffaella Della Bianca e Alessio Saso (Pdl) a spiegare alla Lega che qualche correzioncina alla mozione andava apportata, perché non si può paragonare il nodo di Genova al Grande Raccordo Anulare di Roma, ma piuttosto al «peduncolo» di Monza. E con il presidente Rosario Monteleone impegnato soprattutto a evitare che il proponente Edoardo Rixi usasse i tempi concessi dal regolamento per replicare alla maggioranza.
Tutti (quasi tutti) a dire che bisognerebbe fare in modo di non fare pagare il pedaggio, ma poi, alla resa dei conti, il voto smaschera chi parla e chi prova a fare almeno quel poco o nulla che si può fare. Perché la Regione non avrebbe neppure la competenza per intervenire.

Ma in questo momento, con la Valutazione di impatto ambientale sulla Gronda e altre concessioni ancora in ballo per la società Autostrade, ci potrebbe essere ancora un po’ di spazio per agire politicamente (e la stessa Paita lo conferma). Se si aspetta ancora un po’, magari in attesa del tavolo tecnico, delle sedie mobili o dei comò automatici, tanto cari alla Regione, addio abbattimento dei costi.

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