Botta e risposta tra l'assessore ai trasporti della Regione Liguria, Enrico Vesco e Matto Rosso, Forza Italia: il consigliere ha portato in aula la questione delle «memorie» dell'ex presidente dell'Autorità Portuale, Giovanni Novi finite, da un giorno all'altro, al macero.
La relazione di fine mandato, stampata in 86.500 copie, era pronta per essere distribuita come allegato del quotidiano «Il Sole 24 ore Nord Ovest», dell'11 febbraio 2008. Ma quella relazione, giudicata «scomoda», non ha mai raggiunto le edicole. Distrutta appena uscita dalla tipografia. Fatto avvenuto in coincidenza proprio con il provvedimento di arresti domiciliari a carico dell'allora presidente Novi. Secondo la consuetudine prevista a termine del mandato, infatti, aveva preparato una relazione tecnica in cui si dava conto del quadriennio di incarico.
Oggi, ne restano solamente 3.480 «esemplari», conservati presso gli uffici dell'Autorità Portuale e una versione informatizzata, visibile in rete. Uno spreco ingente di denaro, ma anche una voglia di cancellare la gestione Novi, che il Giornale ha denunciato ottenendo anche la promessa di un intervento del presidente della Regione Claudio Burlando.
«La Regione non è intervenuta», incalza Matteo Rosso. «Non ne sapevamo nulla», risponde, alzando le mani al cielo, l'assessore Vesco, che ha spiegato che la decisione è venuta direttamente dall'Autorità Portuale. «Nel periodo in cui era prevista la diffusione della relazione, era in corso un'inchiesta della magistratura - dice Vesco - Per questo motivo, si è pensato che evitare la distribuzione di quel documento potesse essere utile a non inquinare le prove. Senza contare che, a quel punto, il presidente Novi era già decaduto». Ma la motivazione ufficiale che ha portato alla distruzione è: mancanza di spazio.
Non è d'accordo il consigliere di opposizione che, in primo luogo, si scaglia contro la spesa folle. Finita in fumo. «64mila euro spesi, le copie già pronte - commenta Rosso, Fi - Poi, tutto distrutto. È assurdo». In quelle 110 pagine, Novi riportava i quattro anni di mandato, cifre e dati, in nome della trasparenza verso la città. Ma l'assessore ribadisce l'estraneità della Regione alla decisione. Ma i conti, ancora, non tornano.
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