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Le relazioni a senso unico di Amnesty

Per la cronaca, Amnesty invia quel giorno a Udine sei osservatori, come fa spesso quando ci sono manifestazioni. E gli "inviati" dell'ong si soffermano sui presunti eccessi delle forze dell'ordine

Le relazioni a senso unico di Amnesty
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Devono aver visto un altro film. Denunciano addirittura un "uso massiccio e indiscriminato di munizioni e granate contenenti gas lacrimogeni". Chi legge il report di Amnesty International penserà a uno scenario di guerra. Invece, la relazione si riferisce alla manifestazione di Udine del 14 ottobre scorso, un happening pensato per boicottare e protestare contro la partita di calcio Italia Israele. Ricordate? All'ora dei tg, quando il corteo è ormai alla fine, un gruppo di attivisti si stacca e innesca la guerriglia, con una fitta sassaiola. Piovono pietre sulle forze dell'ordine e due giornalisti, Elisa Dossi e Davide Albini Bevilacqua, vengono feriti. Lui ha raccontato al Giornale la terribile esperienza: un sasso in faccia, la corsa in ospedale, due interventi chirurgici, l'occhio sinistro a rischio. E zero solidarietà dagli organizzatori della manifestazione,

Amnesty International però non se ne accorge. E stila un atto d'accusa lunare contro la polizia e i carabinieri: dunque ecco il dito puntato contro i gas lacrimogeni. Di più: si sottolinea l'impiego di idranti e manganelli "senza preavviso".

In verità, il preavviso non l'hanno dato i violenti che hanno incendiato la piazza e rovinato un'adunata, partita in modo pacifico.

Non è chiaro: cosa avrebbero dovuto fare le forze dell'ordine? Forse, esporsi come bersagli fissi sotto il diluvio di sassi e altri oggetti scagliati dagli estremisti.

Per la cronaca, Amnesty invia quel giorno a Udine sei osservatori, come fa spesso quando ci sono manifestazioni. E gli "inviati" dell'ong si soffermano sui presunti eccessi delle forze dell'ordine.

Una ricostruzione unilaterale basata sulle interviste agli attivisti: "Le persone ascoltate.. hanno affermato di aver partecipato in maniera pacifica alla manifestazione".

Una sorta di autocertificazione che, naturalmente, lascia il tempo che trova. Amnesty aggiunge laconicamente che le autorità "non hanno risposto".

E però, con tutto il rispetto, Udine non è Gaza.

Stupisce questa requisitoria a senso unico che sembra quasi capovolgere i fatti. E non registra gli episodi di violenza contro i cronisti che facevano il loro mestiere. Albini Bevilacqua si dice "amareggiato".E aggiunge: "Ho subito un colpo devastante, ho trascorso giornate difficili in ospedale, mi hanno inserito tre placche di titanio in faccia e non so ancora se recupererò completamente la vista, perché l'occhio sinistro è ancora sofferente. Ma noto che Amnesty non ha speso nemmeno una riga per descrivere quel che mi è capitato".

Una narrazione a senso

unico. E critiche serrate perché "13 persone sono state fermate". Tredici persone che - si presume- non stavano sedute con le braccia conserte. Silenzi inspiegabili, invece, per i colpi contro i reporter.

Amnesy International.

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