"Dicono che siamo incompetenti, solo comunicazione, senza contenuti. Ma più mi attaccano, più aumentano le adesioni ai miei comitati". Matteo Renzi, appena arrivato a Charlotte, la città del North Carolina che ospita la convention democratica, gonfia il petto. Il sindaco-rottamatore, che arriva negli States proprio nel giorno in cui è programma il discorso di Bill Clinton, va a stringere la mano al sindaco di San Antonio, Julian Castro, primo latino ad aver pronunciato il keynote speech, l’intervento più importante dopo quello del candidato presidente e del suo vice.
Il discorso torna però sulla politica italiana. E Renzi replica ai tanti, del Pd, che lo attaccano: "Vorrei solo invitarli a mettersi d’accordo e non attaccarmi tutti insieme nello stesso momento. Ogni volta che ciò accade aumentano le adesioni ai nostri comitati e s’intasano le nostre caselle di posta. Inviterei questi dirigenti del partito - ironizza Renzi - a scegliere tempi diversi". Chissà se lo faranno...
Piena fiducia in Bersani
Renzispende parole di grande apprezzamento per il segretario del Pd: "Bersani si conferma come una persona con la quale si ragiona e si riflette bene. Io ho molte opinioni diverse da lui su tanti piccoli punti, ma lui ha dato la sua parola che avrebbe fatto le primarie, che sarebbero state aperte e che ci sarebbero state entro la fine dell’anno. Io non ne dubito".
Poi va avanti nel suo ragionamento: "Nella stessa logica che anima le primarie dico che se noi dovessimo perdere, se dovesse vincere quello che Bersani chiama il sistema dell’usato sicuro, saremo i primi ad accettare il verdetto. Però
adesso confrontiamoci sui contenuti, su che Italia avere, su che tipo di mondo del lavoro costruire, su quali
investimenti fare per l’innovazione tecnologica e ambientali. Parliamo di questo e le primarie consentiranno a
tanti italiani di avvicinarsi al Pd".
Secca la replica a Beppe Fioroni, che ha detto che Renzi dovrebbe dimettersi da sindaco: "Il noto costituzionalista Fioroni, immaginando che io voglia ottenere uno strapuntino in parlamento, pensa che io voglia candidarmi alla Camera, come se tutto questo è stato messo in piedi per ambizioni mie.
Io ho detto che, se perdo le primarie, non solo rispetterò l’esito ma non accetterò nessun patto, accordo o inciucio che preveda la mia sistemazione e la mia compensazione. Se perdo continuerò a fare il sindaco, non mi candido in parlamento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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