Renzo da trota a delfino: il più votato a Brescia Papà Umberto: «È la sua strada, lavora bene»

Passa dal trionfo di Brescia, dove è stato il più votato, la metamorfosi di Renzo Bossi. «È una trota» disse suo padre un anno e mezzo fa quando gli chiesero se fosse lui il suo delfino. Ieri, invece, è stato proprio il Senatùr a dare l’annuncio dell’exploit elettorale, sottolineando che «forse ha trovato la sua strada». E aggiungendo, a scanso di critiche, che «da noi funziona così: se lavori vai avanti, se no stai fermo. E Renzo ha lavorato bene».
Lui, l’ex trota aspirante delfino, dopo una campagna elettorale passata a «battere il territorio», come si dice sul Carroccio, ma anche a respingere la doppia accusa di essere un figlio di papà e per di più scarso a scuola, il primo commento dopo la vittoria lo ha fatto in perfetto Bossi’s style: «Se hanno scritto il mio nome sulla scheda è perché mi hanno ascoltato, conosciuto e valutato, io in mezzo alla gente ci sono stato». Ai cronisti che gli chiedevano conto della sua candidatura a soli 21 anni ricordandogli le polemiche sorte all’interno dello stesso Carroccio, Renzo ha risposto ruvido: «Mi ha spinto la passione e del resto non mi importa. Quelle che lei chiama critiche in realtà erano attacchi inventati e non certo relativi a quel che stavo facendo. Io sono andato in giro ogni giorno di campagna elettorale mettendoci la faccia, incontrando la gente, parlando con tutti. Ci ho messo faccia, passione e volontà in questa campagna elettorale. E la cosa evidentemente ha funzionato». Quanto al perché del suo ingresso in politica, presto detto: «Mi ha spinto la passione, quella che ha sempre messo in politica il mio papà».
E in effetti Renzo da qualche anno accompagna il padre, spesso anche negli incontri politici privati. La prima uscita pubblica, con tanto di grido «Padania libera!», fu in Svizzera, dove si affacciò accanto al babbo, convalescente dalla malattia, al balcone della casa in cui fu esule Carlo Cattaneo. E poi l’impegno nel movimento giovanile della Lega, lavori, anche da carpentiere, nelle manifestazioni, fino al palco per eccellenza, quello di Pontida, dove da un paio d’anni affianca il papà.

Lui, l’Umberto, ieri ha detto che «Renzo è bravo e mi dà una mano, corre da tutte le parti e viene a tutti i comizi». Renzo ha replicato orgoglioso che sì, sarà utile alla causa: «Io spingerò fortemente, mi impegnerò perché adesso deve arrivare il federalismo fiscale». Dopo le bocciature alla maturità, una promozione che vale doppio.

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