Dibattiti televisivi allo stop, almeno fino a maggio. Dopo il rifiuto delle settimane scorse di Marta Vincenzi di confrontarsi pubblicamente con Enrico Musso per l'elezione a sindaco di Genova, ora a dettare modi e tempi per eventuali confronti televisivi è il presidente della Provincia Alessandro Repetto. A rivelarlo è stata una delle principali emittenti locali che nel compilare un calendario di incontri fra i vari candidati alle prossime elezioni si è trovata di fronte a un niet da parte del candidato del centrosinistra alla massima carica in Provincia: almeno fino alla metà di maggio non se ne parla, è stata la risposta della segreteria di Repetto. Poi, forse, chissà. Una posizione che di fatto mette il bavaglio al mondo dell'informazione. Immediata è stata la reazione del candidato del centrodestra, Renata Oliveri, che dopo aver dato la piena e immediata disponibilità ai dibattiti («Ero curiosa e impaziente di conoscere le proposte e i programmi dei miei avversari politici»), è stata giocoforza messa all'angolo. Per la Oliveri si è trattato «dell'ennesimo colpo basso di questa campagna». In fondo, rincara la dose la Oliveri, «è una mossa che non mi stupisce e coerente con la politica di Repetto: firma il Waterfront ma tra la gente dice che è contrario, dichiara che vuole andare oltre i confini, ma non entra neppure in uno studio televisivo, se non con i programmi organizzati dalla Provincia».
Per fortuna le occasioni per esporre il loro progetto per il futuro, non mancano né a Musso né alla Oliveri. A dimostrazione dell'interesse che i due candidati di centrodestra sollevano tra la società civile, ieri si è svolto un incontro a villa Carrara organizzato con la collaborazione dell'Associazione italiana donne elettrici (Ande). A fare gli onori di casa Maria Teresa Carrara Cagni. Nome illustre di avo illustre, visto che la padrona di casa è la pronipote di Angelo Carrara, che ha dato il proprio nome alle omonime via e villa, e di Umberto Cagni, il famoso ammiraglio che alla fine dell'Ottocento condusse il Duca degli Abruzzi oltre l'86° parallelo, al circolo polare artico. Impresa che gli fece guadagnare il titolo di Conte, oltre all'ode di Gabriele d'Annunzio. Ieri non si è parlato di odi, ma di programmi e di futuro del territorio.
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