Politica

Resa dei conti dopo il voto a Palermo: Sonia Alfano silurata da Idv

L'eurodeputata, presidente della Commissione antimafia europea, è stata licenziata a mezzo stampa dal partito di Di Pietro. La colpa? Non avere sostenuto il vincitore delle amministrative, Leoluca Orlando. E lei racconta tutto sul suo blog

Aria di resa dei conti in Italia dei valori dopo l'elezione di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo. E a farne le spese, per prima, è una vittima illustre: l'eurodeputata di Idv e presidente della Commissione antimafia europea Sonia Alfano. Il partito, a mezzo stampa, l'ha fatta fuori. La sua colpa? Avere sin dall'inizio appoggiato, nel capoluogo siciliano, la corsa a sindaco di Fabrizio Ferrandelli, ex Idv (è stato silurato dai dipietristi proprio perché ha disobbedito a Orlando, correndo ugualmente per le primarie del Pd nonostante il veto del capo) vincitore delle primarie Pd sconfitto alle amministrative di maggio.
È la stessa Sonia Alfano a raccontare, sul suo blog, la storia del sul «allontanamento», in un post del 24 maggio. «Ho appreso dalla stampa - scrive l'europarlamentare - di essere stata cacciata dall'Italia dei Valori. Ne prendo atto. Senza nascondere, però, un certo stupore di fronte alla squinternata dichiarazione di Massimo Donadi, il quale ha affermato di non poter espellere chi non ha la tessera, quasi come se per Idv io non sia mai esistita». Il capogruppo alla Camera, già da Palermo, quando ancora la rielezione di Orlando non era neppure ufficiale, aveva dichiarato: «Idv oggi è tutta in questa sala e con Leoluca Orlando, chi non è qui e non è con Orlando non è dell'Idv. Sonia Alfano ha appoggiato Ferrandelli? Non è di Idv, non cacciamo chi non ha neppure la tessera ma bisogna condividere il sistema dei nostri valori per stare nel partito».
Una ricostruzione che la Alfano smonta in pieno: «A voler spaccare il capello in quattro - scrive ancora sul suo blog - ancora oggi sono, fino a diversa comunicazione, membro di diritto dell'esecutivo nazionale e perfino responsabile del Dipartimento Antimafia del partito». E aggiunge: «Da un partito che si voglia definire democratico e trasparente mi sarei aspettata che una decisione così rilevante avesse qualcosa di ufficiale e coinvolgesse formalmente qualche organo del partito e, soprattutto, che una simile intenzione venisse comunicata tempestivamente, direttamente e ufficialmente all'interessata. Invece, nulla di tutto questo: occultamento delle mie tracce dal sito (stile di stampo vagamente staliniano...) e poi la sortita verbale di Massimo Donadi, il quale ha evocato un sistema di valori non condiviso. In verità, i valori che mi avevano convinta a candidarmi nelle liste di Idv da indipendente al Parlamento Europeo erano (e sono) l'apertura di quel partito alla società civile (contemporaneamente ci fu l'elezione a Bruxelles di Luigi De Magistris e a seguire quella di Giulio Cavalli al Consiglio regionale della Lombardia, e altre ancora dello stesso segno) e la voglia di restituire dignità alle istituzioni attraverso una seria e costante attività parlamentare, spesa al servizio dell'interesse dei cittadini e per il bene comune, avendo come stella polare la nostra Carta Costituzionale. Evidentemente per l'Idv questi valori non sono più prioritari».
Sonia Alfano ricorda il suo impegno per il partito e per la società civile, e la trasparenza della sua scelta di sostenere Ferrandelli, capogruppo di Idv al consiglio comunale di Palermo al momento della sua candidatura: «In occasione delle primarie - sottolinea ancora sul blog -lo stesso Antonio Di Pietro, rispondendo ai giornalisti che in conferenza stampa gli chiedevano se la mia scelta potesse essere sintomo di una spaccatura, parlò di normale democrazia all'interno del partito e di legittime e fisiologiche posizioni differenti. Ora le conclusioni sono state evidentemente diverse». Un j'accuse anche alla gestione "orlandocentrica" di Idv in Sicilia: «Orlando è stato abilissimo - annota la presidente della Commissione antimafia europea -a personalizzare la competizione elettorale, trasformandola in un referendum sulla sua persona e vincendo con un risultato enorme. Ma ha fatto tutto questo imponendo la sua candidatura e operando, come sempre ha fatto, con i suoi portavoce alla guida della segreteria provinciale e regionale di Idv ma senza alcun coinvolgimento sostanziale di militanti, elettori del partito e cittadini».
Comunque, l'europarlamentare la prende con filosofia: «Vado serenamente avanti - conclude -conservando intatte la mia dignità, la mia indipendenza, la mia coerenza e la mia libertà di pensiero e di scelta.

D'altro canto, anche questa vicenda, nel suo piccolo, dimostra ancora una volta che l'attuale organizzazione dei partiti in Italia è molto indietro rispetto alle istanze della società e al comune sentire dei cittadini».

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