Residence al costo di una maxicasa ai Parioli

Residence, a Roma uno scandalo a sette zeri. Milioni di euro sborsati dal Comune, da venti anni, senza neppure sapere con precisione per chi. Canoni 4-5 volte superiori al mercato privato. Contratti blindati della durata di 6-12 anni. Chi sta cominciando a rimettere ordine è Raffaele Marra, ex ufficiale della Guardia di Finanza, da 5 mesi a capo dell’Ufficio politiche abitative del Comune di Roma. Su di lui il sindaco Alemanno punta a occhi chiusi per risolvere il problema dell’emergenza casa.
Marra, lei sta facendo il censimento delle 1239 famiglie che vivono nei residence. Perché?
«Due mesi fa abbiamo scoperto per caso che una persona alloggiata in una di queste strutture ha un reddito di 38mila euro l’anno. Il tetto per beneficiare dell’assistenza è di 18mila euro. Ho firmato subito il provvedimento per cacciarlo via. A seguito dell’episodio, poi, ho avviato dei controlli a tappeto. Ho chiesto a tutti gli assegnatari i certificati del reddito. Il Cud, il 730, oppure le certificazioni Isee».
E il risultato?
«A febbraio avremo il quadro completo. C’è già chi fa resistenza, non vuole dare risposta. In tal caso provvederemo agli accertamenti alla fonte. Chi non rientra nel tetto, verrà sottoposto a procedimento forzoso».
Qual è la situazione oggi in sintesi?
«Per i residence il Comune sborsa 25-26 milioni all’anno. Molti sono in assistenza alloggiativa da 15-20 anni, senza spendere un centesimo: affitto, luce, acqua, niente. Al residence Bastogi, ad esempio, c’è gente che vive dall’84. Possibile che in 25 anni non hanno cercato una sistemazione, i figli non hanno trovato lavoro, mai nulla? E badi, che in base alla normativa, l’assistenza non può oltrepassare i due anni».
Poi bisogna rendersi autosufficienti?
«Precisamente. Le persone che abbiamo sistemato adesso rientrano tutte nei requisiti: non hanno lavoro, dormono in auto eccetera. Di quelle di prima invece non sappiamo nulla, neppure con quale provvedimento amministrativo sono state mandate lì. Anche su questo abbiamo avviato indagini».
Certo che 25 milioni all’anno sono una bella somma...
«Stratosferica. Calcoli che al residence di via Valle Porcina, ad Acilia, spendiamo 3 milioni e mezzo per 96 famiglie. Per ognuna paghiamo 36-37mila euro all’anno».
Con quei soldi si potrebbe abitare all’Aventino o ai Parioli...
«Abbiamo fatto i conti. Dando a ciascuna famiglia 1200 euro al mese per sistemarle sul mercato privato, risparmieremmo quattro volte tanto... Adesso però la musica cambierà. Appena scadranno i primi contratti, nel 2010, rinegozieremo tutto, compreremo. Inoltre, a dicembre abbiamo sottoscritto un protocollo con un paio di movimenti per la casa: i senzatetto e gli sfollati contribuiranno alle spese».
Quanto pagheranno?
«Una cifra poco più che simbolica: 150 euro, comprensive di affitto, servizi, luce. Poco, ma quanto basta ad alleviare le casse del Comune».
Con quali movimenti ha fatto l’accordo?
«Il comitato Obiettivo Casa di Gino Chiapparelli e il Comitato popolare di lotta per la casa che fa capo a Pinona Vitale».


E Action?
«Non l’hanno presa molto bene».
E quante famiglie avete sistemato finora con l’accordo?
«Le 46 famiglie che occupavano la scuola di via Appiani: 35 nel residence di via Tovaglieri e 11 nel residence di via Tineo».

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