"Respingerò l’offensiva dei pm politicizzati"

Berlusconi torna in campo con un videomessaggio ai Promotori della libertà: "I vecchi partiti e le toghe rosse si sono coalizzati nella speranza di mandare a casa il governo voluto dal popolo. Contro di me abusi gravi, ma vado avanti per cambiare il Paese"

"Respingerò l’offensiva dei pm politicizzati"

Care amiche e cari amici,
ormai sta diventando un ap­puntamento fisso questo no­stro incontro settimanale che ci dà l’opportunità di fare il punto sulla situazione politica e di governo. Vi devo confessa­re che guardando certi giornali mi viene da pensare che io sia presidente del Consiglio ad opera di chissà chi e quasi per caso, come se fossi il beneficia­rio di un sorteggio e non per­ché il Popolo della libertà da me guidato ha vinto nettamen­te le elezioni. Anzi, è giusto ricordare che io, il mio governo, il mio parti­to e la mia maggioranza oltre ad avere vinto le elezioni politi­che del 2008, abbiamo vinto an­che nelle elezioni Europee, e poi nelle Regionali e nelle am­ministrative. (...)
Non siamo noi ad aver tradito chi ci ha eletto. Noi portiamo avanti coerentemente il pro­gramma di governo concorda­to con gli italiani. (...)
Non sia­mo noi ad aver sabotato il cam­mino delle riforme facendo ri­piombare il Paese nei teatrini della vecchia politica, delle veri­f­iche e dei voti di fiducia a ripeti­zione. La verità è che contro di noi si è coalizzata tutta la vec­chia politica che da sempre si frappone al rinnovamento, an­zi q­uella politica che porta la re­sponsabilità della crisi dello Sta­to, dell’economia e della socie­tà italiana, quelli che nella Pri­ma Repubblica erano fra loro nemici, si sono messi tutti insie­me contro di noi, contro il gover­no espressione della maggio­ranza degli italiani nella vana speranza di mandarci a casa. Non hanno in comune alcun valore, l’unica cosa che li uni­sce è conquistare il potere e far fuori Berlusconi con il soccorso rosso delle toghe politicizzate, pronte a intervenire ogni qual volta la situazione lo richieda. Ebbene, ancora una volta que­sta offensiva è stata e sarà re­spinta. Noi abbiamo la forza del popolo e la forza dei numeri: le opposizioni riunite ci hanno im­posto, dal 29 settembre ad oggi, ben sette verifiche parlamenta­ri sulla tenuta del governo, e noi abbiamo sempre vinto (...).
Il governo non si è mai ferma­to, neanche per un momento. (...)
Di fronte alla politica di pa­lazzo noi abbiamo risposto con cinque obiettivi concreti: Fede­ralismo, Fisco, Sud, Giustizia, Sicurezza. Noi abbiamo approvato tutti questi provvedimenti in succes­sivi consigli dei ministri, ad ec­cezione della riforma tributaria alla quale stiamo lavorando con le forze sociali e della rifor­ma della Giustizia, che è stata bloccata da Fini e dai suoi. Ma da oggi in poi queste riforme, già concordate con gli elettori, saranno in testa all’agenda del governo, insieme al federali­smo. Noi, negli ultimi due mesi, abbiamo approvato in via defi­nitiva la riforma dell’Università che completa l’intero ciclo del­la rifondazione della scuola, la prima che viene attuata nel do­poguerra. È stata approvata e di­viene operativa la Banca del Sud. È già operativo il finanzia­mento della Cassa depositi e prestiti alle piccole e medie im­prese. Noi abbiamo attuato una ri­forma della previdenza che nel pubblico impiego allinea l’età della pensione per uomini e donne (...): un meccanismo al­l’avanguardia in Europa. Il tut­to senza un’ora di protesta, un’ora di scioperi. Noi abbiamo rinnovato il fi­nanziamento per la detassazio­ne degli straordinari, fonda­mentale per rilanciare la com­petitività delle imprese. Insom­ma, dopo aver difeso gli interes­si italiani nelle sedi europee, ot­tenendo la riclassificazione del debito pubblico in base a criteri di sostenibilità, dopo aver vara­t­o una legge di stabilità finanzia­ria che è stata approvata dal­l’Europa senza alcuna richiesta di manovra aggiuntiva, (...); do­po aver messo al riparo l’Italia dalla speculazione internazio­n­ale e dopo aver garantito la co­esione sociale del Paese sten­dendo una rete di ammortizza­tori sociali di ben 32 miliardi di euro, ora siamo impegnati a condurre in porto il federali­smo (...).
Sono dunque orgoglio­s­o di quanto abbiamo fatto fino­ra, (...) a fronte di un'opposizio­ne debole, divisa e frammenta­ta, senza leader, senza idee, sen­za programmi, che sa solo pro­porre nuove tasse, come, ad esempio, la patrimoniale che penalizzerebbe tutte le fami­glie italiane (...).
Finché ci sarò io, proposte come queste non passeranno mai: gli italiani lo sanno e possono stare tranquil­li la patrimoniale non passerà mai. Cari amici, (...), le tempeste non mi spaventano, e più gran­di sono, più mi convinco che è necessario rea­gire nell’interesse di tutti i cittadini, nell’interesse del nostro Pae­se. In diciasset­te anni ne ho vi­ste tante: han­no cercato con ogni mezzo di cancellarmi dalla politica e dalla storia, lo hanno fatto anche col­pendomi fisicamente, ma mai, dico mai, i nostri avversari ave­vano raggiunto vette così vergo­gnose di irresponsabilità, di ci­nismo e di illiberalità, violando le norme più elementari del di­ritto e usando illegittimamente l’arma dell’indagine giudizia­ria a fini di lotta politica. (...)
Quando in un Paese demo­cratico- e questo accade solo in Italia- si arriva a violare il domi­cilio del presidente del Consi­glio, e a considerare possibile indiziato di reato chiunque vi entri - significa che il livello di guardia è stato ampiamente su­perato. Non è un Paese libero quello in cui quando si alza il te­lefo­no non si è sicuri della invio­labilità delle proprie conversa­zioni. Non è un Paese libero quello in cui un cittadino può trovare sui giornali delle pro­prie conversazioni che fanno parte del proprio privato e che non hanno nessun contenuto penalmente rilevante. (...)
È giunto il momento di ristabilire una reale separazione e un cor­retto equilibrio fra i poteri e gli ordini dello Stato. Sia chiaro che io non ho al­cun timore di farmi giudicare. Davanti ai magistrati non sono mai fuggito, e la montagna di fango delle accuse più grottesche e inve­rosimili in 17 an­ni di persecuzio­ne giudiziaria non ha partorito nemmeno un to­polino: i mille magi­­strati che si sono oc­cupati ossessivamente di me e della mia vita non hanno trovato uno straccio di prova che abbia retto all’esame dei tribunali. Ma io ho diritto, come ogni altro cittadino, di presentarmi di fronte al mio giudice naturale, che non è la Procura di Milano ma il giudice assegnatomi dalla Costituzio­ne cioè il Tribunale dei ministri che non è un tribunale speciale fatto apposta per me, ma è com­posto da giudici scelti per sor­teggio. (...

)
Amici cari,io vado avanti nel­­l’interesse del Paese che mi ha scelto come Capo del governo e che non ha mai rinnegato que­sta scelta, e lo farò fino a quan­do sen­tirò la fiducia degli eletto­ri e della maggioranza del Parla­mento (...).
Noi governiamo, e continueremo a governare, il fango ricadrà su chi cerca di usarlo contro di noi.
Un saluto affettuoso a tutti Voi.

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