Alla fine il governo è riuscito a mettere tutti daccordo. Telecom e i concorrenti hanno firmato laccordo per la realizzazione della rete di tlc di nuova generazione in fibra ottica. Lintesa è stato siglata ieri al ministero dello Sviluppo economico da Paolo Romani e dalle sette società (Telecom Italia, Vodafone, Fastweb, Wind, H3G, Tiscali, Bt) che parteciperanno al comitato esecutivo. La nuova società non solo dovrà realizzare linfrastruttura passiva per le reti a banda ultralarga, ma anche coinvolgere le Regioni, gli Enti locali e le istituzioni finanziarie pubbliche e private.
«La Cassa depositi e prestiti potrà partecipare come socio, ma anche come finanziatore al progetto - ha annunciato Romani - a patto che sia remunerativo».
La nuova società effettuerà gli investimenti necessari per implementare linfrastruttura (opere civili di posa, cavi in fibra spenta, canalizzazioni verticali negli edifici e locali per la terminazione delle fibre ottiche) con caratteristiche di neutralità, apertura, economicità, efficienza ed espansibilità. Alla base dellintero piano cè il principio della sussidiarietà, vale a dire la possibilità di intervenire là dove i privati non realizzano investimenti. Adesso dalla teoria si passa alla pratica. Il Comitato esecutivo (presieduto dal ministro e rappresentato dalle società di tlc firmatarie), avrà tre mesi di tempo per definire il piano, il modello di governance e il business plan anche in funzione del quadro regolamentare per laccesso alle infrastrutture e alle reti che sarà definito dallAgcom. «La governance - ha ipotizzato il ministro - sarà direttamente proporzionale alla capacità di investimento di ciascun operatore».
Ieri, però, nessuno ha parlato del nodo cruciale della questione: gli investimenti. Tutti gli operatori, comunque, si sono detti soddisfatti dellaccordo raggiunto anche perché, almeno per il momento, la firma sul documento è stata a titolo gratuito. Certo, quando si tratterà di mettere mano al portafoglio per portare la fibra in aree di scarsa remunerazione, le cose andranno diversamente. La speranza (dei gestori di tlc) è quella di ottenere un intervento deciso delle finanze pubbliche. Ieri il commissario europeo Neelie Kroes ha indicato una delle strade percorribili per il finanziamento di questa rete, volta a superare il cosidetto digital divide e permettere ad almeno il 50% degli italiani di navigare su Internet entro il 2020 a una velocità superiore ai 100 Mb. Lidea sarebbe quella di rendere disponibili parte delle risorse che il governo dovrebbe ricavare dalla nuova asta delle frequenze per la telefonia mobile che dovrebbe tenersi a breve. La speranza di ricavare una cifra consistente sono però davvero scarse, anche se in Germania una simile asta ha portato a un incasso di oltre 3 miliardi di euro.
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