Giornata memorabile per il Palazzo. In Consiglio dei ministri hanno realizzato un colpo degno della banda bassotti. Mentre i signori del governo erano indaffarati a capire perchè stavano lì, ecco una proposta indecente che, in quanto tale, è passata al volo senza che nessuno avesse alcunchè da eccepire. Si tratta della inviolabilità del superstipendio percepito da centinaia, forse migliaia, di burocrati dalto rango e probabilmente, di basso rendimento. Ma questa è unillazione che sorge dalla consapevolezza che a pensare male si sbaglia quasi mai.
Spiego e rammento. Da giorni si parlava di sacrifici, e si predicava con foga che tutti i dipendenti pubblici dovessero farne per il bene della Patria e dei suoi conti disastrati. Ottima idea quella di tagliare il tagliabile. Allora si proceda. Naturalmente non sono mancate le proteste degli interessati alle decurtazioni. Ma il governo non ha fatto una piega: lemergenza è emergenza, quindi sia fatta la nostra volontà di risparmiare sulle paghe. Su tutte? Ma valà. Di soppiatto è stata approvata una deroga, bella parola per dire che gli emolumenti di qualcuno - guarda caso i più ricchi - non saranno segati per non creare malumori ai vertici dello Stato e di enti satelliti. Per non farla troppo lunga, tutti i dipendenti pubblici avranno meno soldi nella busta paga, tranne quelli della Banca dItalia, perchè sono più belli degli altri, tranne quelli delle Authority, perchè sono bellissimi tranne quelli di aziende non quotate, che sono affascinanti, tranne altri venticinque unti dal Padreterno, presumo capoccioni di ministeri e roba simile.
In base al principio che i notabili (nomenclatura) conviene tenerseli buoni, non si sa mai, non si tocchino i loro stipendi. Mentre la grana di chiunque altro venga pure ridotta, chissenefrega, tanto sono povericristi. Stupefacente che nessun ministro abbia battuto ciglio davanti a simile schifezza.
Cè dellaltro.
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