«Retrocesso e risorto, Lecce da favola»

Caro De Canio, dopo tre assalti mancati con Ascoli, Cesena e Vicenza, proprio all’ultimo è arrivato il punticino che significa serie A.
«Sono sbronzo di felicità. Il fatto è che dopo la vittoria ad Ascoli, anche se non aritmeticamente, però a livello mentale ci sentivamo già promossi. Poi la sfortuna col Cesena e due minuti di lucida follia hanno complicato le cose ma il tesoretto di punti che avevamo messo da parte alla lunga è servito».
Per lei è la prima promozione in assoluto in serie A, come ha festeggiato?
«Una gran bella soddisfazione e il sollevare la coppa di primi in classifica mi ha fatto sentire, con le dovute proporzioni, un po’ come chi ha alzato la Champions a Madrid. Mi sono commosso, mi sono lasciato travolgere dall’entusiasmo e il giro in pullman scoperto per la città ha poi fatto il resto. Indimenticabile».
Strano caso il suo: subentrato nel marzo 2009 a Beretta col Lecce in A, è retrocesso ma è stato riconfermato. E ora si gode la rivincita.
«Chiariamo bene, perché io ho fatto le ultime 10 giornate in serie A e non vorrei che ora tutti saltino sul carro dei vincitori. Dobbiamo abituarci a coinvolgere tutti nel bene e nel male, altrimenti che senso avrebbero i 4 anni di contratto che, dopo la retrocessione in B, il Lecce mi ha fatto firmare?».
Che campionato è stato, visto che il Lecce è stato in testa da novembre a oggi?
«Il solito, anche se sono mancate le squadre ammazzacampionato come potevano essere Reggina, Torino e Brescia. Ma sono emerse nuove e realtà».
La cosa bella e quella negativa della stagione del Lecce.
«Negativa è stata l’apatia, la rassegnazione, il disagio interiore dei giocatori all’inizio della stagione dopo la retrocessione, con i programmi ridimensionati, tanti giocatori venduti per esigenze di bilancio e i tifosi delusi. Abbiamo fatto il ritiro senza attaccanti e non dimentico che Corvia e Marilungo sono arrivati il sabato mattina della seconda di campionato. La cosa positiva è stata la reazione a questa brutta situazione, c’è voluto del tempo per ricostruire la mentalità ma adesso siamo in A».
Deve dire grazie a qualcuno?
«Al presidente Giovanni Semeraro. Ai giocatori e soprattutto a quelli che hanno giocato poco perché hanno saputo accettare il ruolo di comprimari e quando sono stati chiamati hanno creato la giusta concorrenza con i titolari, stimolandoli e costringendoli a dare il massimo. È stato questo il nostro segreto».
Sta già preparando la squadra per la serie A?
«A dir la verità sto cercando una squadra che paghi la penale per prendermi e liberarmi dal Lecce per permettere al club di Semeraro di fare la campagna acquisti» (e giù una bella risata).
Faccia il mago con i pronostici per i playoff.
«Vedo meglio Cittadella e Sassuolo.

I veneti hanno entusiasmo, condizione fisica e ancora tanto da dimostrare, mentre gli emiliani sanno stare bene in campo, hanno i tempi del gioco e grande efficacia. Il Torino può far pesare la tradizione e l’entusiasmo per un grande girone di ritorno, mentre il Brescia deve risollevarsi, e non sarà facile, dalla delusione del ko a Padova».

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