Retromarcia arancione. «Nomine più trasparenti? Ormai è troppo tardi»

IL CASO Polemiche nella maggioranza. In campagna elettorale promessi bandi su internet e posti solo ai migliori: i fatti dimostrano l’opposto

Retromarcia arancione. «Nomine più trasparenti? Ormai è troppo tardi»

Giuliano Pisapia ha fatto una campagna sulla massima trasparenza, «ma qui c’è qualcuno che gioca una doppia partita». Di più. «Abbiamo dovuto fare tanto lavoro correndo a luglio» - maratone notturne fino al primo agosto per introdurre l’addizionale Irpef e la stangata sui biglietti Atm votata in fretta e furia -, «la giunta poteva attivarsi anche per un nuovo regolamento sulle nomine nelle aziende controllate e negli enti. Se credono nella strada per la trasparenza fermino le nomine in atto e ci presentino quanto prima un documento da votare in consiglio, senza che si dica “ormai alcune scelte sono state fatte, chiudiamo anche quelle in corso e poi ci pensiamo“». Più o meno, la linea tracciata qualche minuto prima dal Pd: «Ormai la partita è aperta e non si possono cambiare le regole a gioco in corso» le parole del Pd Andrea Fangazo. Ma ad attaccalo duramente non sono tanto Lega o Pdl, quanto gli alleati dell’Italia dei valori. Dopo l’acceso scontro sul caso Maran, l’Idv con il capogruppo Raffaele Grassi torna alla carica. E accende nuove scintille in maggioranza, questa volta sulle nomine. Venerdì scorso si è chiuso il bando per candidarsi ai cda di Amat, Milano Ristorazione e Aler, il 15 settembre scade quello per Atm. Ma l’elenco è lungo (da Fondazione Pier Lombardo alle Stelline a Mm) e il Comune deve scegliere anche i rappresentanti del Pat dopo lo scandalo «affittopoli».
Ieri la commissione era chiamata a esaminare la proposta di un nuovo regolamento elaborato da Valerio Onida con l’associazione Città Costruzione. Ma secondo il centrosinistra, queste o nuove disposizioni non possono incidere sulle scelte che il sindaco sta per fare: dovrà attenersi alle regole della passata amministrazione. Il Pdl non mette in dubbio che fossero buone, ma dopo aver subito 5 anni (e una campagna elettorale) di polemiche dal Pd, ora è sorpreso che si voglia mantenere lo status quo. «Se il sindaco vuole fare un lavoro serio temporeggi sulle nuove nomine e votiamo un nuovo regolamento» media il consigliere Giulio Gallera. Il capogruppo Pdl Carlo Masseroli, dopo lo spoil system su Milano Ristorazione e Milanosport invita il gruppo a «non presentare candidature, o c’è il rischio che persone competenti vengano eliminate in partenza solo vengono associate al centrodestra». Anche se Pisapia, accanto alla commissione dei cinque saggi nominati dall’aula per fare una prima scelta tra le domande (150 solo per Amat, Mi Ristorazione e Aler) conta di affidarsi per una seconda scrematura a tre esperti che valuteranno i curriculum senza sapere chi presentato la candidatura (società civile, partiti, Ordini, singoli consiglieri). Tra le proposte contenute nel regolamento di Onida c’è invece l’esame dei candidati in pubblico con i consiglieri (all’americana), il no a doppi incarichi per consiglieri, assessori, dipendenti e consulenti comunali.
Ad inchiodare Pisapia all’impegno elettorale sulla trasparenza c’è anche il radicale Marco Cappato, che ricorda l’odg votato in aula che chiede di «pubblicare sul sito internet del Comune i curriculum dei candidati negli enti comunali», la lista Bonino-Pannella ha già messo on line i profili dei propri. Vedremo.
Il centrosinistra allo sbando ieri non ha preso posizione neanche sulla presenza di sindaco e assessore ai Trasporti Maran in aula lunedì prossimo sulle ripercussioni dell’inchiesta Penati in Comune. Il Pd ha chiesto una nuova riunione dei capigruppo domani per la risposta definitiva. Se sarà un no, Pdl e Lega raccoglieranno le sedici firme per convocare una seduta straordinaria.

Distribuito l’elenco delle priorità dell’aula da qui a fine anno: Pgt, aree Expo, Bilancio, mezzi gratis agli over 65 (da votare entro ottobre). Nessun riferimento ad Ecopass: il centrodestra oggi in commissione chiederà di svelare i piani.

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