Il retroscena Nessun «caso Gheddafi» al vertice tra Silvio e Barack

RomaNessuna irritazione da parte dell’amministrazione Usa, nei confronti del nostro governo, per la visita di Muhammar Gheddafi in Italia. E, di conseguenza, le parole del Colonnello - «non c’è differenza» tra gli attacchi americani del 1986 contro la Libia e le azioni terroristiche di Osama Bin Laden - non muteranno d’una virgola la scaletta dell’incontro tra Barack Obama e Silvio Berlusconi, in programma lunedì pomeriggio a Washington (intorno alle 17, ora locale).
«Non c’è niente che possa far pensare a irritazioni o a possibili scenari diversi» per il colloquio alla Casa Bianca, spiega Bruno Archi, consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, incontrando i giornalisti e smentendo così alcune ricostruzioni stampa circolate ieri. Quindi, l’incontro non sarà suddiviso in due parti (faccia a faccia dinanzi agli interpreti, poi seconda mezz’ora con «allargamento»). D’altronde, precisa il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che a già a caldo aveva preso le distanze dal paragone usato da Gheddafi, «la nostra amicizia e solidarietà con l’America non saranno mai intaccate».
Insomma, nessun vis-à-vis di 30 minuti per «chiarire» le rispettive posizioni (alla luce delle parole pronunciate sul suolo italiano dal leader libico), ma «un ampio confronto sui temi di attualità internazionale», che seguirà la tradizionale formula del «7+1», ovvero 7 collaboratori o sherpa più il leader, da ambo le parti. Detto questo, un breve scambio di battute tra i due, riservato, ci sarà. Così come la photo-opportunity e la stretta di mano nello Studio ovale. Ma in ogni caso, «rimane tutto confermato - sottolinea Archi - come concordato con la controparte americana».
Berlusconi, che arriverà domani a pranzo nella capitale statunitense, sarà il secondo premier europeo a essere ricevuto da Obama: il primo fu l’inglese Gordon Brown, prima del G20 di Londra. E su un punto, tanto per cominciare, entrambe le diplomazie concordano pienamente: bisogna evitare la «concorrenzialità» tra il summit allargato, collegato alla crisi economica e al rilancio finanziario, e il G8 di luglio (la cui agenda sarà sul tavolo del confronto), che si occuperà della gestione strutturale della globalizzazione, passando dall’ambiente alla salute. Tra gli altri punti: Afghanistan (l’Italia rafforzerà il proprio impegno, in vista delle elezioni che si terranno nel Paese), Medio Oriente (sul tappeto gli ottimi legami con Israele), Iran (non proliferazione delle armi nucleari), Libano, rapporti Est-Ovest, Russia-Nato (rilanciare la necessità di tornare allo spirito di Pratica di Mare).


Lunedì, prima del colloquio, in mattinata il Cavaliere dovrebbe recarsi alla National Gallery, poi al cimitero di Arlington (entrambi gli appuntamenti non sono ancora confermati). A cena, invece, Berlusconi incontrerà Nancy Pelosi, speaker della Camera.

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